di Redazione
22 ottobre 2012
PESARO – In rappresentanza del Gruppo Restauratori di Beni Culturali, la Confartigianato di Pesaro e Urbino esprime forte perplessità e viva preoccupazione per l’accordo stipulato tra enti locali, diocesi ed università, finalizzato ad affidare lavori di restauro di opere d’arte agli studenti del corso di restauro dell’ateneo urbinate.
Confartigianato con una nota, che sarà al più presto trasmessa a tutti gli organi di controllo e di vigilanza, ricorda che per l’esercizio dell’attività di restauro di beni culturali è necessario: possedere i diplomi scolastici ed universitari di legge e, soprattutto, avere conseguito le qualifiche professionali di “restauratore di beni culturali” di cui al “bando di selezione pubblica” (pubblicato sulla G.U. n.74 del 25/9/2009 e G.U. n.75 del 29/9/2009), indetto dal Ministero per i Beni Culturali.
“Infatti le imprese operanti nella Provincia di Pesaro e Urbino hanno già provveduto, tutte, a conseguire le ulteriori qualifiche pretese dal Ministero; non si dimentichi, inoltre che i nostri restauratori di dipinti sono, regolarmente, iscritti alla Camera di Commercio, all’Albo delle Imprese Artigiane (categoria lavorazioni artistiche e tradizionali) e, molti di loro, anche allo speciale albo regionale denominato “Marche Eccellenza Artigiana”.
Pur comprendendo la difficoltà di reperimento delle risorse, dovute, a nostro avviso, alla mancanza di scelte politiche coerenti, votate alla valorizzazione dei beni artistici anche al fine di incrementare le presenze turistiche, è, a nostro avviso, inammissibile ed inaccettabile che la Soprintendenza permetta l’affidamento dei lavori di restauro di opere d’arte a persone non qualificate calpestando l’immagine e la professionalità di una categoria, come quella dei restauratori, che ha contribuito in modo determinante al recupero delle più importanti opere d’arte italiane. Da una parte il Ministero dei Beni Culturali, con l’ultimo bando, ha preteso che le imprese in essere dimostrassero nuovi selettivi requisiti, dall’altra, tramite le proprie Soprintendenze, commissiona i lavori agli studenti”.
La nota di Confartigianato conclude così: “E’ inoltre singolare che l’Università di Urbino da una parte promuove il corso di restauro per formare gli artigiani restauratori del futuro, dall’altra concorre a sottrarre i lavori alle imprese regolari in essere. In pratica la prospettiva che si offre ai giovani allievi universitari sarebbe quella, una volta diventati restauratori, di vedersi, a loro volta, sottrarre i lavori da altri studenti universitari. Al fine di porre immediatamente rimedio a tale situazione Confartigianato chiede, altresì, l’intervento autorevole della Camera di Commercio di Pesaro-Urbino e della Commissione Regionale dell’Artigianato affinchè i diritti e gli interessi delle imprese di restauro regolarmente qualificate siano tutelati nella giusta misura”.
Lascia una risposta