24 ottobre 2012
PESARO – I controlli estivi sono stati un bluff? Pura propaganda? Sembrerebbe di sì, alla luce di quanto proponiamo all’attenzione del questore Italo D’Angelo e del comandante della polizia municipale Gianni Galdenzi.
Le intenzioni – scritto da un ciclista che quotidianamente pedala per almeno 30 chilometri – erano davvero buone: fare rispettare anche a chi usa la bicicletta le più elementari norme del Codice della strada, e dell’educazione.
In verità, in quei giorni, la propaganda è sembrata soprattutto quella contro gli interventi. Abbiamo letto di “politica del fare cassa”, di “intenzioni punitive contro l’uso della bicicletta”, di “scarsa attenzione alla lotta contro i veicoli che inquinano”. E altro ancora.
Insomma, i fondamentalisti dell’ambientalismo, quelli che “tutto deve essere consentito in nome dell’ambiente” uniti agli altri che “non si può punire un anziano che va in bicicletta” scatenati contro un intervento che negli altri paesi civili non darebbe alcun motivo di discussione. Basta varcare la frontiera, anzi superare il Piave per accorgersi che ci sono posti dove i ciclisti rispettano le norme come i motociclisti, gli automobilisti e i… pedoni. Rispettano le regole e vivono meglio.
Qui si vive decisamente peggio. Poi accadono gli incidenti, talvolta con esito tragico, e si dà la colpa alla fatalità. Assurdo. I primi a rischiare davanti al comportamento sconsiderato dei ciclisti, sono gli altri ciclisti, quelli che rispettano le regole, e i pedoni.
Una battaglia di civiltà presa a pretesto per polemiche politiche.
Purtroppo, però, quella battaglia si è dimostrata un bluff o pura propaganda.
Ad autunno inoltrato, la situazione è tornata quella di prima. I ciclisti che rispettano le regole sono in difficoltà, addirittura in imbarazzo. Si torna a passare con il semaforo rosso, a pedalare sul marciapiede, anche quando è stretto, ad andare contromano, con tutte le conseguenze possibili per chi, invece, pedala nella giusta direzione. I divieti sono ignorati, anzi calpestati. A un signore che pedalava sul marciapiede, ho fatto notare che era uno spazio riservato ai pedoni. Mi ha risposto: “E chi sei un vigile?”.
No, perché se fossi stato un vigile l’avrei fermato. Non come i vigili urbani (due donne) che lunedì 22 ottobre, intorno alle ore 11, ferme in Via Montegrappa, hanno visto passare biciclette contromano, addirittura sul marciapiede (strettissimo) e non hanno battuto ciglio. Forse erano lì solo a controllare che i lavori per le strisce blu, che delimitano le aree a pagamento, venissero eseguiti a regola d’arte. Tanto al Comune sembra interessare solo che si paghi la sosta.
Sbagliamo? Il questore D’Angelo e il comandante Galdenzi hanno qualcosa da contestare?
luciano vedi che incontrarci può dare spunto a degli articoli interessanti…..