Scavo senza leader: Caserta primo spareggio salvezza

di 

19 novembre 2012

PESARO – La vittoria di Biella sul campo di Avellino ha accorciato ulteriormente la classifica e ha confermato una volta di più che questa versione della Scavolini Banca Marche è pienamente coinvolta nella lotta per la salvezza, anche se ancora si può leggere da qualche parte che l’obiettivo playoff sarebbe alla portata della Vuelle. Dispiace ma se non si interverrà prontamente sul mercato, ci si dovrà concentrare unicamente sulla salvezza e anche il pubblico biancorosso dovrà tornare con la memoria agli anni difficili della Victoria Libertas, dove rimanere nella massima serie veniva festeggiato per le vie cittadine, non farà piacere ad una tifoseria che fino a cinque mesi fa riempiva l’astronave per una stupenda semifinale scudetto, ma la realtà attuale è questa e illudere la gente non gioverebbe a nessuno.

 

Scavolini

Clemente in azione. Foto Fraternale Meloni

Anzi sarebbe il caso di cominciare a catechizzare gli americani e fargli capire che in Europa esistono anche le retrocessioni, non c’è nella mentalità americana il discorso di serie A o Legadue e sarebbe il caso di inculcare nelle menti di Barbour, Mack, Clemente e Hamilton che la classifica è una cosa seria in Italia e finire ultimi o penultimi non è esattamente la stessa cosa. Parliamo di questa versione della Scavolini Banca Marche, perché sicuramente quella con Amoroso e Traini era leggermente più competitiva di quella attuale e per il futuro nessuna norma regolamentare potrà impedire alla Vuelle di cercare di rafforzarsi con l’ingaggio di un americano (ricordiamo che se ne possono schierare fino a cinque), di un comunitario o di un giocatore italiano. A scoraggiare per adesso l’acquisto di un nuovo giocatore rimangono le scarse risorse economiche presenti nelle casse societarie, con i buoni propositi di cercare risorse alternative a patron Scavolini rimaste per adesso una pia illusione. Alla Vuelle servirebbe un leader, un giocatore che si prenda la squadra sulle spalle nei momenti bui, insomma il classico americano con il “ventello” pronto ogni sera, a Caserta, società con grossi problemi economici, hanno deciso di cercare il migliore giocatore disponibile sulla piazza senza pensare di prendere un paio di giocatori tanto per allungare il roster, ma concentrandosi unicamente su un unico acquisto, nella speranza di trovare l’uomo giusto per raggiungere la salvezza. Pesaro invece con l’ingaggio di un giocatore onestamente di basso livello come Denis Clemente, ha dato l’impressione di voler tamponare in tutta fretta la falla che l’infortunio di Traini aveva aperto, senza guardarsi troppo intorno, inseguendo l’utopia di un improbabile ingaggio del capitano della Nazionale Stefano Mancinelli che crediamo non abbia mai nemmeno preso in considerazione la possibilità di finire a Pesaro. Domenica arriva Caserta, una delle tre-quattro squadre che lotteranno per evitare l’ultimo posto fino alla fine, non possiamo nasconderlo: sarà un vero e proprio spareggio salvezza e gli spareggi bisogna vincerli per evitare brutte sorprese.

IL MOMENTO DELLA SQUADRA

La semplicità paga sempre, nella vita come nel basket e dopo due mesi di schemi diversi da quelli in uso nella pallacanestro moderna, la Scavolini Banca Marche ha fatto un passo indietro e sta cominciando a giocare con azioni semplici e più lineari, non farà piacere all’allenatore modificare la propria filosofia ma quando alleni un gruppo di giocatori non baciati dall’intelligenza cestistica di un Kobe Bryant, devi saper fare anche un passo indietro, evitando inutili eccessi di protagonismo. E’ vero che Cantù ha sempre dato l’impressione di essere in pieno controllo della partita, mantenendo un buon vantaggio e dando una zampata appena la Vuelle provava un timido riavvicinamento, ma Pesaro è apparsa in crescita rispetto alle due ultime orrende trasferte, dove giocando come domenica sera avrebbe potuto portare a casa almeno una vittoria, ed è un buon segnale in vista dell’impegno casalingo della prossima settimana contro Caserta. Permangono i problemi noti, accentuati dalla brutta prestazione di Lamont Mack e dall’involuzione ormai cronica di Reggie Hamilton, che non sembra in grado di rialzare la testa ed uscire da solo da una situazione oggettivamente difficile, ma la drastica riduzione delle palle perse rispetto alle ultime uscite e la buona difesa dentro l’area colorata, dove Crosariol ha chiuso bene gli spazi facendo fare una pessima figura a Cusin e Tyus, sono segnali di una Vuelle che vuole uscire da questo brutto periodo che l’ha portata a perdere cinque partite di fila. Si è notato per tutti e quaranta i minuti squadra e coach parlarsi tanto, cercando di capire dove stavano gli errori e come evitare di ricaderci, ogni timeout è servito per ribadire i concetti espressi in allenamento e i giocatori sembrano aver voglia di apprendere tutte le ultime variazioni di gioco ed applicarle sul parquet, un segnale di una squadra comunque coesa che non sarà dotata di grande classe ma che cerca in ogni caso di provare a dare il massimo. Non sarà semplice, permangono distrazioni che hanno fatto giustamente infuriare il pubblico pesarese ed appena la tensione agonistica è scesa leggermente una squadra cinica come quella canturina non ha perdonato niente, ma il livello di fiducia è comunque salito rispetto all’ultimo turno e Caserta sarà un test determinante per coach e vertici societari.

I PIU’ ….

Andrea Crosariol: Stravince il duello contro Cusin e fa fare una brutta figura anche ad Alex Tyus, bravo anche in fase difensiva continua a mangiarsi almeno un paio di canestri facili facili ogni sera, ma se continuerà a questo livello Pesaro avrà un problema in meno da risolvere.

Palle perse: Solo otto palloni sprecati dalla Vuelle dopo le ultime due sciagurate prestazioni, tornare ad un gioco più semplice ha sicuramente giovato anche se siamo ancora lontani dalla perfezione.

Difesa: Bravi ad impedire il gioco dentro l’area della chebolletta, Pesaro si è difesa bene finché Cantù non ha messo l’incontro sulla velocità con contropiedi comunque nati da pessimi attacchi biancorossi.

 

.. E I MENO DELLA SFIDA PESARO – CANTU’

 

Reggie Hamilton: Sarà giovane, giocherà fuori ruolo, ma dopo due mesi di campionato non ha mai dato l’impressione di poter dare un valido contributo alla Vuelle faticando a lasciare la sua impronta sulle partite, ci possiamo ancora permettere di aspettarlo all’infinito?

Lamont Mack: Stecca la sua prima vera partita, diverse conclusioni forzate e qualche ingenuità di troppo, ma Lamont sembra il meno emotivo del gruppo e già dalla prossima partita tornerà a dare il suo solito buon contributo.

Tiro da tre: Pesaro tira con il 30% contro il 62% degli avversari, questa volta la selezione dei tiri è migliorata ma conta sempre il talento individuale e Cantù ne aveva da vendere.

 

DAGLI ALTRI PARQUET:

Il big match serale se lo aggiudica Varese che rimane imbattuta dopo otto partite, ma Sassari ha avuto il tiro per vincere l’incontro, adesso i sardi inseguono a quattro lunghezze insieme a Cantù e a Siena che ha rifilato il “ventello” d’ordinanza a Caserta, prosegue il buon momento dell’Acea Roma che passa d’autorità a Venezia, il derby emiliano va alla Trenkwalder che batte Bologna, per la zona calda molto importante il successo biellese sul campo di Avellino e la netta vittoria dell’Enel Brindisi contro una Montegranaro in difficoltà.

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>