“Diamo a Renzi quel che è di Renzi”: l’appello del comitato pesarese

di 

28 novembre 2012

Dal comitato di Pesaro di Adesso Basta! Matteo Renzi riceviamo, e pubblichiamo, il seguente comunicato:

Matteo Renzi

PESARO – Volevamo ringraziare tutti: gli elettori per la loro grande partecipazione, i volontari per il lavoro concesso alla macchina organizzativa e la federazione del Pd per la disponibilità concessaci come comitato. Domenica scorsa noi, nella triplice veste di elettori, volontari e rappresentanti di un candidato, abbiamo apprezzato fino in fondo la portata dell’evento e oggi ribadiamo, una volta di più, che è stata una grande vittoria della democrazia. Noi in particolare, come comitato di Pesaro a sostegno di Matteo Renzi, sappiamo di esserci battuti ben più “che a mani nude”, e questo è altro motivo di orgoglio, in una città dove tutta la dirigenza del partito ha sostenuto la candidatura di Bersani. Quelle centinaia di voti di differenza fra Bersani e Renzi segnano comunque una svolta, che oltretutto parte da zone della città che hanno una ben radicata storia di profonda sinistra. A livello provinciale e in particolare nell’entroterra, possiamo dire che il risultato è stato clamoroso. E’ la dimostrazione netta dello scollamento che si è creato fra l’elettore e la sua rappresentanza politica che, a livello locale, è ancor più evidente. Il messaggio è chiaro: non vogliamo più delegare qualcuno per decisione di qualcun altro, per essere rappresentati. Vogliamo che coloro che ci rappresentano abbiano il coraggio di metterci la faccia e di giocarsi la credibilità personale come fa il cittadino comune ogni giorno, in ogni momento. E’ qui la grande diversità del nostro procedere nella politica e del nostro intendere la politica. Noi non rassicuriamo l’elettore, noi lo responsabilizziamo. Noi gli mettiamo in mano il futuro e tutte le responsabilità verso lo stesso. Noi non vogliamo più che qualcuno ci insegni la politica e ci dica: la politica si fa così. Noi la politica la viviamo tutti i giorni nelle difficoltà di compilare un 740, nel sentirci rifiutare un mutuo, nel vedere i nostri soldi nelle tasche di assessori quando vanno a giocare al videopoker, nel dover contribuire all’acquisto di carta igienica e cancelleria nella scuola dei nostri figli, nel sapere di gente che passa avanti a chi ne ha merito proprio perché, lì, ce l’ha messa il partito. Noi oggi vogliamo che la politica si faccia con risposte vere, dirette e non delegate, e per far questo non si può solo rassicurare o dare carezze. Occorre aggredire il problema e, con franchezza, dire che ognuno deve assumersi le proprie responsabilità, a cominciare dai politici che devono umilmente sedersi e non dare più lezioni di civiltà o intelligenza. Oggi la rappresentanza politica non si deve più ritenere delegabile a qualcuno. Domenica scorsa questo grido è stato forte e il nostro territorio ha urlato ancora più forte. Non servono nuove liste civiche o nuovi movimenti politici camuffati da movimenti d’opinione, il PD è un grande partito di rappresentanza che va tutelato, ma è giunto il momento di rinnovarsi, rendersi contemporaneo e vincente, ma soprattutto capace di liberarsi di quel morso che lo fa sentire da sempre figlio di un Dio minore, incapace di camminare sulle sue sole gambe. E non serve neanche l’antipolitica, basta tornare a fare buona politica. Domenica scorsa abbiamo dato un forte segnale in questo senso, ma non basta, perché bisogna capire una volta ancora il valore del concetto sgradevole di rottamazione. Non si può fare quello che si deve, usando gli stessi metodi del passato, incapaci di fare autocritica profonda, convinti di poter rimediare agli errori dopo una serie di tentativi riparatori falliti. Il nostro elettorato ha il fuoco vivo, sente quasi la missione e domenica prossima tornerà a votare e a ribadire questi concetti. Ora sta a chi ha scelto Bersani, a chi ha scelto Vendola o la Puppato o Tabacci avere la capacità di cogliere questo segnale e avere la forza di dare a Matteo Renzi quello che è di Matteo Renzi. Questo è un treno che passa, che la storia ci sta narrando e che non sappiamo se passerà più e “tra vent’anni sarete più delusi per le cose che non avete fatto che per quelle che avete fatto. Quindi allontanatevi dal porto sicuro. Esplorate, sognate, scoprite.” Noi siamo già su quel treno, vi aspettiamo numerosi.

I coordinatori Alessandra Nencioni e Luca Storoni

2 Commenti to ““Diamo a Renzi quel che è di Renzi”: l’appello del comitato pesarese”

  1. Monja scrive:

    Volevo denunciare la grande ingiustizia che va al di là della democrazie ovvero i miei genitori si sono sentiti dire che non potevano votare perche non erano nella lista quando io stessa gli ho fatto tutta la procedura di registrazione e ho ottenuto l’e-mail di nulla osta siamo davvero in un regime assoluto

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