di Redazione
4 dicembre 2012
PESARO – Dalle coppe in maiolica policroma “L’altalena” e “Raccolta dei carciofi” alle creazioni in olio su tela “Autoritratto” e “Annunciazione”, dal vaso “Uccelli” al pannello in maiolica policroma “Sabba o streghe”, fino all’opera in bronzo “Maternità”. C’è un piccolo ma importante spaccato dell’arte del maestro ceramista e pittore Bruno Baratti (Cattolica 1911 – Pesaro 2008) nell’esposizione allestita dalla Banca Popolare Valconca in occasione dell’inaugurazione a Pesaro della nuova filiale, in Largo Madonna di Loreto 1.
Le opere, messe a disposizione dai familiari dell’artista ed esposte nella “Sala Valconca Pesaro” annessa alla filiale, saranno visitabili fino a domenica 9 dicembre (sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, gli altri giorni in orario di sportello 8.20 – 13.40 e 14.50 – 15.50), ad ingresso libero. Agli interessati verrà anche donata una copia del documentario inedito “A Bruno Baratti. Pittore di ceramiche, romagnolo di Pesaro”, regia di Gianfranco Boiani e consulenza scientifica di Claudio Giardini, che mostra Baratti mentre incontra, nel 1991, un gruppo di insegnanti nella sua bottega – laboratorio in Piazzale Collenuccio 22 a Pesaro.
L’iniziativa è stata molto apprezzata dal numeroso pubblico e dalle autorità intervenute all’inaugurazione, tra cui il vice sindaco Enzo Belloni, il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino Matteo Ricci, il presidente del Consiglio provinciale Luca Bartolucci, oltre al presidente della Banca Popolare Valconca Massimo Lazzarini, al direttore generale Luigi Sartoni, al direttore commerciale Romano Zoli e al curatore scientifico Claudio Giardini. Presenti anche la nipote dell’artista, Giancarla Baratti Rocchi, ed altri parenti.
Nel documentario inedito proiettato per l’occasione, fatto restaurare dall’istituto di credito come omaggio alla città, si respira tutta la passione di Baratti per la propria arte, insieme al desiderio di condividerla: nel corso della visita guidata degli insegnanti al suo laboratorio, il maestro spiega la sua visione dell’arte ceramica rivelando anche alcuni “segreti” delle sue opere: un percorso creativo del tutto personale che lo portò a diventare uno degli artisti più significativi del Novecento. La sua figura viene ricordata anche dai familiari. “Al mattino si alzava presto – dice la nipote Giancarla Baratti Rocchi – e tutti i giorni faceva una passeggiata con Gallucci prima di iniziare a lavorare. Parlavano di arte, di cultura. Il resto della sua vita era casa e laboratorio. Disegnava sempre, ovunque: dietro una vecchia busta, sopra disegni già fatti. Non ha seguito le mode, anzi, è stato un innovatore perché allora si usavano le riproduzioni rinascimentali, mentre lui preferiva seguire il suo estro creativo. Ha lavorato sempre con amore, così come è stato sempre legatissimo ai suoi familiari, alla moglie, a noi nipoti e ai pronipoti”.
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