Markovski: “Jumaine Jones sarebbe perfetto”

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6 dicembre 2012

PESARO – Un po’ come in Vaticano, che ospita l’udienza settimanale del Papa ogni mercoledì nell’imponente Sala Nervi. Anche Zare Markovski ha tenuto fermo l’incontro con la stampa alle ore 12,30 del giovedì, nella piccola sala riservata agli allenatori nella palestra di Baia Flaminia.

Zare Markovski

Zare Markovski (foto tratta da virtus.it)

“Al momento – spiega il coach nato in Macedonia – sul mercato non ci sono giocatori che danno garanzie. Ci sono nomi inavvicinabili, ma siamo attenti a quel che succede per rafforzare la squadra. Avendo due visti e quattro tesseramenti a disposizione, pensiamo che ci sono 2/3 di campionato ancora da giocare. Le nostre valutazioni a 360 gradi comprendono anche la possibilità di mantenere a disposizione un visto per eventuali infortuni e problematiche varie”.

Pensate anche a giocatori sotto contratto?
“Lo escludo, i loro diritti hanno un prezzo elevato. Meglio puntare a qualcuno in uscita che abbia una forma fisica buona per entrare in una squadra in corso d’opera. Pensando che dopo la partita di lunedì ci sarà la sosta per l’All Star Game ci siamo presi un periodo di due-tre giorni. Potrebbe esserci la disponibilità di giocatori in uscita da squadre che termineranno la loro partecipazione all’Eurolega o all’Eurocup. Di sicuro non possiamo permetterci di avvicinare giocatori quali Pops Mensah-Bonsu (inglese già visto in Italia, a Treviso, poi approdato alla Nba; ndr). Sposterebbe molto a nostro favore, ma è diretto a Siena, dove può essere determinante in Eurolega e nella lotta scudetto”.

Jumaine Jones?
“Quando sembrava in partenza da Israele, gli abbiamo parlato. Lui sarebbe perfetto, rappresentando la continuità con il passato. Ma adesso è ancora sotto contratto, difficile capire cosa succederà. Aspettiamo…”.

La proprietà ha dato via libera a questi movimenti, è importante.
“La dirigenza è consapevole che, nel momento in cui ci troviamo, alcuni giocatori possono cambiare in meglio la nostra squadra, ma sempre con attenzione al bilancio”.

Quando ha detto sì alla Vuelle, forse immaginava di trovare un potenziale migliore.
“Un discorso inutile, io guardo solo avanti e posso solo dire che gli allenamenti sono intensi e non ho appunti da fare alla squadra. Però, quando si va in partita e ci si trova di fronte avversari di spessore maggiore, emergono i problemi che abbiamo”.

Il primo rebus resta l’attacco: dopo 5 partite (2 vinte e 3 perse) viaggiava a 80,2 punti segnati. Da Sassari in poi a 60,2.
“Quando hai il tasso tecnico che abbiamo noi, si devono evitare gli uno contro uno visto non puoi importi a livello tecnico o fisico, bisogna giocare più di squadra, magari a due, per cercare un vantaggio sulla palla o lontano dalla palla con qualche blocco; è l’unico modo per non essere sovrastati fisicamente. Meno male che i nostri lunghi reggono l’impatto, ma fuori ci sono problemi”.

A Bologna, lei ha sorpreso con l’inserimento di Hamilton nel quintetto iniziale.
“E’ una domanda giusta, per conoscerci meglio: utilizzarlo sullo 0 a 0 è meno rischioso che sul 40 a 40, come io immaginavo… Uno 0 a 6 lo può subire anche Kobe Bryant. Se volete, era una piccola scommessa. Con lui in campo siamo rimasti in partita. Non ci ha penalizzato, ma non mi ha fatto cambiare giudizio su di lui. E non l’ho cambiato sul resto”.

Mack?
“E’ un giocatore che ha bisogno di sostegno, non può essere lui quello che ci porta avanti. E’ lineare, con ottimo tiro da fuori, ma se c’è uno che non può giocare uno contro uno è proprio lui”.

Queste sue risposte ufficializzano il loro taglio…
“Sì e sono dispiaciuto che non abbiano retto l’impatto e colto l’occasione concessa. Io non sono testardo e non dico che non crescerà, anzi sono convinto che ha elementi tecnici per diventare un discreto giocatore, ma l’asticella propostagli era troppo alta. Il tempo delle indagini è terminato. Se un pezzo di auto non va bene, prima si cambia e meglio è, altrimenti si resta a piedi”.

Come si lavora in palestra con due giocatori in partenza?
“Considerata la situazione, i due lavorano bene. Per fortuna, altrimenti allenarsi sarebbe difficile”.

Flamini è recuperabile per lunedì sera?
“Speriamo, almeno in campo sa cosa non deve fare, ha esperienza e non crea situazioni che americani inesperti provocherebbero”.

Un giudizio su Clemente?
“E’ un giocatore di rottura, un discreto cambio del playmaker che può trovare lo spazio, ma non da titolare: con Clemente non vinci e non perdi”.

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