La Giornata pascoliana urbinate il 12 dicembre

di 

7 dicembre 2012

Urbino, Palazzo Ducale

URBINO – Anche Urbino ricorda Giovanni Pascoli nel centenario della sua morte (1912), e lo fa con una Giornata, promossa e coordinata dal professor Salvatore Ritrovato, intensa di appuntamenti in cui si succedono teatro, arte, poesia e cinema.

La Giornata comincia, alle 10, al teatro Sanzio, con lo spettacolo Le voci e i mondi di Zvanì, recital di brani tratti da Italy e da alcune lezioni universitarie (anno accademico 1910/1911) tenute da Giovanni Pascoli alla Regia Scuola Pedagogica di Bologna, a cura del Laboratorio Teatrale dell’I.I.S. Raffaello condotto da Simone Levantesi, con la coordinazione dei prof. G. Gaggini e G. Puntarello. Allo spettacolo segue la presentazione del catalogo della mostra d’arte Giovanni Pascoli. Un mito del Novecento, a cura di Marisa Zattini e Gianfranco Lauretano, Il Vicolo, Cesena, 2012, attualmente allestita presso la Galleria d’arte Palazzo Ghini a Cesena.

La Giornata prosegue nel pomeriggio, a partire dalle ore 15, nell’Aula Tesi di Lingue del Collegio Raffaello (dove studiò il poeta), con il seminario di studi sulla poesia pascoliana, Pascoli, Urbino e gli Scolopi, fra memoria e poesia. Docenti e ricercatori interverranno in merito ai vari temi che legarono per tutta la vita Pascoli a Urbino e alla sua memoria: in particolare, il progetto della raccolta “Canti di Urbino” (professor G. De Santi); gli interessi astronomici e naturalistici maturati nell’istituto degli Scolopi (professor S. Ritrovato e U. Piersanti), grazie anche alla straordinaria figura di educatore di p. Alessandro Serpieri (professor C. Balsamini); il vissuto traumatico dell’omicidio del padre avvenuto nel 1867 (con i nuovi risvolti indagati dalla dottoressa R. Boschetti); e infine una lettura approfondita dell’Aquilone, una della poesie più rappresentative dell’opera pascoliana (offerta da tre angolazioni diverse dai proff. S. Dubrovic, G. Darconza e A. Casadei).

In chiusura di Giornata verrà proposta, in collaborazione con il Teatro Cust2000, nella Sala del Maniscalco (ore 21.15), la proiezione dell’unico film italiano ispirato – sia pure fantasiosamente – alla vita di Giovanni Pascoli e della sorella Maria, La cavallina storna (1952) di Giulio Morelli, con Gino Cervi. Introdurrà il dottor Andrea Laquidara.

La Giornata realizzata dall’Università degli Studi di Urbino, in collaborazione con l’I.I.S. “Raffaello”, e il patrocinio del Comune di Urbino e dell’Accademia Raffaello, si avvale del prezioso sostegno finanziario della Fondazione della Cassa di Risparmio di Pesaro.

 

L’OMAGGIO A PASCOLI DELL’IIS RAFFAELLO
di Giuseppe Puntarello

Era l’11 novembre 1862 quando Zvanì, il diminutivo con cui Giovanni Pascoli era chiamato dalla madre, dai suoi amici, dai compagni di scuola, varcò per la prima volta il portone del Collegio-convitto Raffaello di Urbino. Vi si fermò per nove anni fino alla prima liceale nel 1871.

Il processo risorgimentale non era ancora pienamente realizzato, l’Italia aveva emesso i primi vagiti, bisognava fare ancora gli italiani e non si poteva certo immaginare che tra coloro che avrebbero contribuito alla costruzione dell’identità culturale e letteraria italiana un posto importante l’avrebbe avuto quel ragazzino romagnolo mite e sfortunato che perse il padre a 12 anni in circostanze oscure e misteriose.

Nei ricordi di Pascoli, Urbino è “il luogo natìo della sua anima”, con la scuola che Giovannino frequentò da bambino, con il convento dei Cappuccini, la Pieve di Cavallino, la sede estiva della Tortorina.

L’occasione di questa Giornata pascoliana urbinate è utile per rammentare, riportare alla mente, ricordare con il cuore, quel bambino che 150 anni fa studiò qui e qui formò il suo primo immaginario “di uomo di lettere e di poeta, la sua disciplina di lettore e interprete dei classici greci e latini, il suo intimo sentimento di fratellanza umana, il suo amore per la giustizia, per la patria e la libertà, che ne orientarono le scelte di tutta la vita.”

Per celebrare questa doppia ricorrenza, il centenario della morte e il 150° dall’arrivo a Urbino, l’Istituto d’Istruzione Superiore Raffaello che di quel Collegio-convitto Raffaello è l’evoluzione storica-istituzionale, presenta due omaggi: uno in forma di recital, l’altro, di prodotto multimediale. Il Laboratorio teatrale della scuola, condotto da Simone Levantesi, ha messo in scena il poemetto più lungo della produzione pascoliana Italy e una selezione di brani tratti da alcune lezioni universitarie, curata dalla Prof.ssa Gioffreda con la sua classe III B. La classe 2 Liceo A coordinata dalla Prof.ssa Merli, ha realizzato un breve audiovisivo di testi recitati dagli studenti.

Si è voluto in questo modo dare spazio alla complessità di Pascoli che oltre all’attività poetica fu docente sia nelle scuole superiori che all’Università, latinista, saggista e critico letterario. Con Italy Pascoli si fa poeta civile e politico, generoso e un po’ naïf istigatore di istanze socialiste venate di profonda etica cristiana. Del 1904, Italy è’ una delle prime testimonianze della letteratura italiana sull’emigrazione, dramma economico e sociale che lacerò le famiglie e le comunità produttive della nazione, all’alba del Novecento. Il poemetto fu una risposta all’incipiente mentalità nazionalistica e patriottica di quell’Italia dilaniata dalla diffusa e profonda miseria economica.

A Zvanì cantore di una poesia che intendeva come una lampada che migliora e rigenera l’umanità, la sua scuola di Urbino vuole restituire un po’ di quella gioia di quella umanità che egli seppe donare al mondo.

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