12 dicembre 2012
PESARO – E’ arrivata la risposta ai nostri dubbi: ci sembrava strano che passasse la squadra con zero nella differenza set, ma il criterio era diverso: la preferenza alla migliore terza con diritto di ripescaggio deriva dalla differenza tra partite vinte e perse e Villa Cortese ne ha vinte più delle polacche di Muszyna, che a questo punto devono flagellarsi per avere gettato al vento la qualificazione ai playoff a 12 squadre perdendo, in casa e al tie-break con la Dinamo Mosca dopo avere condotto 2-1. Avesse vinto, Villa sarebbe fuori; ha perso, Villa va avanti.
Ora i lettori diranno, non a torto, che Villa Cortese mi è antipatica. Domanda: a chi è simpatica? A maggiore ragione dopo il tentativo di ratto di Monica De Gennaro. Adesso, mi verrebbe da gufare, sarebbe carino se nessuna delle 12 qualificate avanzasse la candidatura a ospitare le Final Four, perché a quel punto non ci sarebbe ripescaggio. E la storia insegna che organizzare l’atto finale della Champions League porta sfortuna. Non ci credete? Pensate alle ultime tre edizioni: Cannes 2010, ha vinto la Foppapedretti Bergamo; Istanbul 2011 organizzata dal Fenerbahce, ha vinto la Vakifbank; Baku 2012, ha vinto il Fenerbahce e anzi nessun’azera alle semifinali.
Per la serie che ogni tanto la sfiga è giusta!
Non resta che attendere il sorteggio in programma giovedì 13 dicembre per verificare chi non crede alla cabala e anzi punta sui soldi anziché sul valore della propria squadra per arrivare almeno fra le prime quattro d’Europa, dove fanno bella figura gli allenatori italiani. Marcello Abbondanza è l’unico imbattuto: la sua squadra, la Rabita Baku ha vinto tutti i sei incontri, senza cedere un solo punto. Mai al tie-break, quindi, mentre l’Eczacibasi di Lorenzo Micelli, urbinate di Trasanni, per il quale si indirizzerà il tifo ducale, ha perso un punto, chiudendo a 17. Per due volte ha vinto al quinto set la Vakifbank Istanbul di Giovanni Guidetti e dell’ex pesarese Christiane Fürst. Fra le turche, la peggiore – ovviamente è una forzatura – è stato il Galatasaray di Massimo Barbolini, Leo Lo Bianco e Simona Gioli, che ha chiuso con 15 punti.
Presumibilmente, salvo destini che s’incrociano pericolosamente prima dell’epilogo, a giocarsi, con il Lokomotiv Baku di Giuseppe Cuccarini, la Dinamo Kazan di Sua Maestà Ekaterina Gamova, la Dinamo Mosca della sempre più brava Nataliya Obmochaeva (nata Goncharova) e l’Unendo Yamamay Busto Arsizio, i posti alle Final Four.
Penultima curiosità: l’ultimo martedì di Champions ha regalato una grande festa per la famiglia Goncharova, perché per vincere a Muszyna sono serviti di 29 punti di Nataliya, ma anche i 13 di Valeriya.
L’ultima arriva da Krasnodar, in Russia, dove gioca Destinee Hooker, la giocatrice meno amata dai pesaresi, protagonista, con l’ex bustocca Helena Havelkova, nell’ennesima Dinamo. Destinee è stata votata migliore giocatrice della pallavolo femminile statunitense per l’anno 2012. Chi ha detto che gli americani sono perfetti?
Intanto, dopo la sconfitta e uscita dalla Champions parla il capitano della Chateau d’Ax Valdone Petrauskaite: “E’ terminata la nostra avventura in Champions Leaugue , ci dispiace non essere riusciti a conquistare il minimo risultato come la qualificazione alla CEV ma adesso abbiamo un obiettivo importante , conquistare la salvezza. Credo che questa squadra abbia le carte in regola per giocarsela in questo campionato. Adesso , però, non servono le parole, in palestra stiamo lavorando bene e sono sicura che al più presto i risultati arriveranno. Il derby di domenica potrebbe essere l’occasione giusta.”
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