di Redazione
13 dicembre 2012
PESARO – «I cambiamenti climatici dimostrano che non possiamo più stare nell’assetto attuale: serve un piano di approccio ad un assetto nuovo. Le crisi idriche degli ultimi 5 anni testimoniano che il sistema non regge più». Così Matteo Ricci, intervenendo nell’incontro «Risorse idriche: prospettive e strategie. Un progetto per la provincia di Pesaro e Urbino».
Per il presidente, «per la prima volta tutti gli attori istituzionali sono intorno a un tavolo per portare avanti insieme una progettualità condivisa». Ci sono idee nel breve termine, come «il piano di investimenti portato avanti dall’Aato, approvato 2 anni fa. In più, il tema della pulizia degli invasi, San Lazzaro in primis. La risorsa idrica deve essere tutelata, non sprecata: servono azioni culturali, preventive». Secondo Ricci, dunque, gli obiettivi sono due: «Il primo è rendere il sistema meno legato alle acque superficiali. Per questo, guardiamo con interesse al lavoro sul pozzo di Sant’Anna: da qui può venire un risultato importante». Secondo punto: «Occorre mettere in relazione e collegare gli acquedotti esistenti» Tradotto: «Completare una rete, per consente di gestire risorsa idrica ed emergenze in un sistema che garantisce tutti, la costa come l’entroterra». E sul pozzo del Burano: «Facciamo una riflessione: da risorsa per le emergenze della costa può diventare risorsa per le esigenze ordinarie delle aree interne». Inoltre: «C’è il progetto del Consorzio di bonifica per utilizzare l’asta del Foglia, rilevante per il sistema agricolo e per quello di potabilizzazione». Riassunto: «Facciamo leva su idee di breve, medio e lungo termine». Sulle risorse, «ci muoviamo su due ambiti – aggiunge Ricci -: la programmazione dei prossimi fondi Fas 2013-2020, per cui dobbiamo essere in grado di investire maggiormente rispetto al passato. In più, abbiamo il prossimo piano dell’Aato». Di qui, la proposta del presidente: «Il contributo migliore è tramutare le idee emerse oggi in un documento progettuale strategico. Che metta in fila obiettivi e ambiti dove intercettare risorse, da approvare in consiglio provinciale e nell’assemblea dell’Aato prima della primavera. La strategia comune ci consente di stare anche dentro il piano regionale, presentandoci con una progettazione condivisa e avanzata».
Tarcisio Porto, affiancato dal dirigente Stefano Gattoni, sottolinea: «Dalle parole ai fatti: puliamo gli invasi. Interveniamo su San Lazzaro con almeno 300mila metri cubi in più. E forse riusciamo, trattando con Enel, a pulire anche Tavernelle. Finalmente tutte le competenze e i soggetti coinvolti sono insieme, oggi, su un progetto strategico che andrà a modificare il piano degli investimenti degli acquedotti pluriennali della Regione. Ciò va a vantaggio del servizio dell’entroterra, perché si ridurranno le spese: la crisi idrica ci costa ogni due anni un milione di euro. Elimineremo quella spesa, liberando risorse per fare nuovi investimenti Si parla, poi, di riqualificazione fluviale, con il contratto di fiume sul Metauro, e la funzione di corridoio ecologico sul Foglia, da parte del Consorzio di Bonifica. C’è la novità di un Consorzio che si presta a una collaborazione interistituzionale, a tal punto da proporre progetti integrati per l’idropotabile e la riqualificazione fluviale del Foglia». Quindi: «Foglia e Metauro, da qui a 3 anni, troveranno una ulteriore qualificazione attraverso i contratti di fiume, la novità assoluta per la regione».
Secondo il presidente Aato Alighiero Omiccioli, serve «diminuire il ricorso a procedimenti spinti di potabilizzazione, ottenendo risparmi sul costo finale», oltre a «creare una duttilità di sistema che consenta il trasferimento idrico tra aree con diverse disponibilità di risorsa». E ancora: «Riduciamo le perdite e interveniamo sulle opere di straordinaria manutenzione, per risanare le attuali reti».
Per Marco Nomei (Aset), si deve continuare negli «interventi di bonifica reti; distrettualizzazione e riduzione delle pressioni di rete; telegestione del bilancio idrico dei distretti». E, tra le azioni più rilevanti, cita: «Potenziamento dell’impianto di potabilizzazione di Torno; ampliamento dell’impianto di depurazione di Ponte Sasso; completamento delle infrastrutture fognarie del Comune di Mondolfo». Il commissario del Consorzio di bonifica dei fiumi Foglia-Metauro-Cesano Claudio Netti, inquadra, tra l’altro, il progetto per lo «sfangamento» dell’invaso di Mercatale: «Stimiamo un milione di metri cubi di materiale da asportare», osservando che «è possibile, per l’azione, candidarsi ai fondi ministeriali previsti dal decreto Salva Italia». Mente Mauro Tiviroli, ad di Marche Multiservizi, si sofferma sulle criticità di sistema: «Dipendenza da captazioni superficiali e fabbisogno previsto in continuo aumento, oltre alla mancanza di interconnessione». Per cui nota: «Ricerchiamo nuove fonti di approvvigionamento per ridistribuire le disponibilità», prima di soffermarsi sul piano di potenziamento degli acquedotti.
Giorgio Occhipinti, dirigente regionale, presenta il «Piano regolatore generale degli acquedotti della Regione Marche», evidenziando come «dall’analisi effettuata, emerge che attualmente l’autorità d’ambito territoriale di Pesaro Urbino ha una situazione di anomalia rispetto alle altre Ato della regione, perchè gli acquedotti sono alimentati prevalentemente dalle acque superficiali per oltre l’80 per cento del fabbisogno. Un sistema che entra facilmente in crisi nel periodo estivo, anche in occasione di modeste riduzioni annuali delle precipitazioni. Per il prossimo futuro è ipotizzabile l’insorgenza del fenomeno algale, che ha già interessato altri laghi artificiali delle Marche, con gravi conseguenze per la qualità dell’acqua per l’uso umano. L’Autorità d’ambito e gli enti gestori si sono attivati per studiare soluzioni progettuali realistiche, da realizzare in tempi rapidi, per assicurare un approvvigionamento idropotabile di buona qualità, con un adeguato utilizzo combinato delle risorse superficiali e sotterranee, al fine di risolvere in via definitiva la situazione di criticità».
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