17 dicembre 2012
PESARO – Coach, vi ha fatto male vincere facilmente, troppo facilmente il primo set?
“Non credo dipenda da questo – spiega Andrea Pistola, allenatore della Kgs Robursport Pesaro battuta nel derby dalla Chateau d’Ax Urbino -. Loro hanno iniziato contratte, noi, invece, abbiamo lavorato bene al muro-difesa, facendo combaciare le situazioni preparate tatticamente. Di conseguenza, Urbino ha faticato in attacco. Poi hanno girato la formazione, proponendo situazioni tattiche più complesse, come la Petrauskaite sulla nostra palleggiatrice e Van Hecke su Tirozzi. In molte situazioni di contrattacco hanno fatto la differenza imponendoci scambi prolungati e mettendo palla a terra soprattutto con Petrauskaite. Il secondo e il terzo set si sono giocati su questa situazione. Abbiamo faticato entrambi in attacco, ma le palle importanti le hanno messe giù loro. Nel quarto set siamo riusciti a riproporre l’aspetto tattico muro-difesa, però loro erano già lanciate, più convinte di noi, che avevamo perso sicurezza, e Urbino è stata brava a lavorare sulle nostre centrali, che hanno avuto più problemi del solito a mettere giù la palla. Per noi si è fatto tutto più complicato”.
Dalla disamina tecnico-tattica all’aspetto mentale: nei momenti topici le colibrì hanno subìto break recuperabili, ma non sono riuscite nell’intento, sbagliando anche tre servizi in fila.
“Stavamo faticando, è vero, ma nel quarto set eravamo lì, punto a punto. Sono stati gli errori in battuta a tagliarci le gambe. Ciò denota una mancanza di lucidità, ma anche di personalità, in alcune giocatrici. E’ un problema che abbiamo anche sul contrattacco, che non spingiamo, accontentandoci di mandare la palla al di là della rete e alla fine perdiamo il punto. Vorrei una squadra più disinvolta, più coraggiosa, ma non lo siamo…”.
Meglio sbagliare qualcosa, ma provarci…
“Esatto, è quello che chiedo, ma purtroppo alcune ragazze non riescono a farlo. Soprattutto quando ogni punto diventa importante o la partita si fa complicata, ci viene il classico braccino. Così, regaliamo fiducia alle avversarie…”.
Strano, però, perché fuori casa avete recuperato anche da 0-2 (vedi Modena e Villa Cortese). Invece in partite che dovrebbero essere alla vostra portata emergono limiti che si pensava superati.
“Ci lasciamo andare e giochiamo quando non c’è nulla da perdere, mentre invece se la posta è alta emergono i nostri limiti caratteriali. Quelli tecnici ci sono, ma le nostre giocatrici sanno fare molto di più di quanto si nota nei momenti decisivi. Il limite è mentale…”.
In questi casi servirebbe una Petrauskaite che copre i limiti di tutte le compagne…
“E’ sicuramente più facile, perché quando qualcuna va in difficoltà, avere una come Valdone che ha esperienza e qualità tecniche per sorreggere la squadra, aiuta le altre a giocare più tranquille. Noi, però, dobbiamo farcene una ragione e capire che possiamo venirne fuori solo di squadra, che non possiamo permetterci di allentare un po’ e meno che meno di mollare mentalmente. Purtroppo, questa situazione si sta ripetendo frequentemente”.
La vostra battuta non è stata incisiva come ci si sarebbe aspettati contro una squadra che arrivava con la peggiore ricezione del campionato.
“E’ vero, non siamo state così brave in questo aspetto, ma alla fine la partita si è decisa in fase di contrattacco, grazie ai finalizzatori importanti che Urbino ha”.
A questo punto, con quattro sconfitte in casa, conviene abbandonare il PalaCampanara, magari per Fano…
“Mi basterebbe anche Montecchio…”.
Perché il cartellino giallo, con automatico punto per le avversarie?
“Era la terza palla che non vedevano, l’ho fatto notare e sono stato punito. Stasera gli arbitri non ci hanno dato una mano, fischiando palle toccate che non c’erano”.
E’ il suo primo cartellino giallo?
“No, ho preso anche il rosso, qualche anno fa”.
Tra l’altro Frapiccini e Sampaolo sono internazionali e marchigiani, e uno abita vicino a lei…
“Il giallo me l’ha dato proprio lui…”.
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