Pesaro attende l’Icos Crema. Arriverà?

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23 dicembre 2012

PESARO – Il calendario del volley propone alla Kgs Robursport una partita casalinga in programma mercoledì, alle ore 18, ospite l’Icos, la matricola che allinea Laura Saccomani, la giovane che i dirigenti pesaresi hanno prestato a Crema. Si giocherà? E’ l’angosciosa domanda delle ultime ore, soprattutto dopo avere letto gli articoli che La Provincia, il quotidiano locale, ha dedicato all’Icos.

Già il titolo mette i brividi… Icos Crema, game (quasi) over. E il catenaccio è ancor più angosciante: L’orgoglio non nasconde la smobilitazione. E ancora, nello spazio delle interviste: Giocatrici e staff commossi alla fine. Barbieri: “Tutte grandi persone”. Ma sul futuro anche il tecnico dice: “Nessuno sa niente”. Dovrebbe sapere di più il vicepresidente della Lega Pallavolo: “Con la partita di Pesaro si chiuderà la prima fase del piano per uscire da questa crisi. Da quel momento le atlete saranno libere…”. Dunque, si dovrebbe giocare, ma solo perché le atlete hanno valori sconosciuti ai dirigenti che promettono e poi non pagano. Come se avere una società di volley fosse una prescrizione del medico… Aggiunge Ginelli: “Io e il presidente Mauro Fabris stiamo lavorando per trovare una soluzione. Ci sono imprenditori che si sono detti disponibili, valuteremo dopo Natale”. Valutano sempre dopo, mai prima… E Ginelli è un ex dirigente di Modena, che vive un momento altrettanto difficile, se è vero che dopo la vittoria nel derby con Bologna, l’allenatore Cuello ha lanciato un appello: “Se qualcuno può ci aiuti”.

La sensazione è che qualcuno ami la politica degli struzzi. Poi accadono i casi Conegliano, che la scorsa stagione si ritirò a fine del girone di andata, e Crema, con le ragazze che onorano – davvero – la maglia Icos che non ricevono gli stipendi. Da mesi. Stipendi che non hanno preteso puntando una pistola alla tempia dei dirigenti. Che hanno meritato lavorando in palestra, tutti i giorni. E’ uno schifo. Perché iscriversi al campionato se mancano i presupposti, perché prendere in giro lo staff e le atlete. Questi episodi sono disgustosi. E a questo punto c’è solo una strada per evitarli: la certezza delle regole, il rispetto delle stesse, e una fideiussione che garantisca chi lavora. Perché non dobbiamo prenderci in giro, questo non è uno sport dilettantistico, ma di professioniste, che hanno la colpa di affidarsi, talvolta, a chi campa con i dirigenti scorretti e risolve tutto il problema con la più vergognosa delle soluzioni: la transazioni. Domanda ai nostri lettori; se a fine mese il vostro datore di lavoro si presentasse e vi dicesse: “Questo mese non ti pago l’intero stipendio, ma solo il 60-70 per cento”. Come reagireste?

Ed è questo che accade nel volley femminile, dove girano email di una società che chiede alle altre di mobilitarsi per salvare Crema, quando la situazione che vive chi scrive è più o meno quella della squadra lombarda.

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