Regali brutti e sbagliati? C’è sempre il riciclo

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28 dicembre 2012

Regali riciclo

di Noemi di www.webelieveinstyle.net

Il Natale è appena passato. Avete ricevuto dei bei regali? Lo spero, ma in base alle statistiche c’è una buona probabilità che non sia andata così. I regali non graditi si potrebbero dividere in due categorie: quelli sbagliati e quelli brutti (se siete proprio sfortunati potrebbe capitarvene uno che fa parte di entrambe le categorie). Quelli sbagliati sono regali potenzialmente belli ma che non hanno niente a che fare con noi e i nostri gusti. Quelli brutti li riceviamo da persone con gusti così diversi dai nostri che non riuscirebbero a comprarci qualcosa di bello (per noi) neanche per sbaglio!

Non so voi, ma a me ricevere un regalo sbagliato/brutto dà molto fastidio, lo trovo addirittura offensivo, soprattutto se lo ricevo da qualcuno che dovrebbe conoscere i miei gusti. Se sai che mi piace vestire di nero, perché mi regali qualcosa di arancione? Non è un modo per incoraggiarmi a uscire dalla mia cosiddetta “comfort zone”, ma per comunicarmi che non t’importa di quello che mi piace o che tutte le volte che ne abbiamo parlato non mi hai ascoltata.

Quanti di voi, dopo le feste, fanno piazza pulita dei regali sgraditi (accettati con finto entusiasmo degno di un premio Oscar) buttandoli nella spazzatura? E quanti di voi, invece, li tengono da parte aspettando il momento giusto per “piazzarli” a qualcun altro?

Il riciclo dei regali è un fenomeno in aumento, tanto che ormai se ne parla senza imbarazzo. In America hanno addirittura coniato la parola “regift” e da qualche anno, ogni terzo giovedì del mese di dicembre, si celebra il National Regifting Day, cioè la festa nazionale del ri-dono (che cade il giorno in cui di solito in ufficio si svolgono i party prenatalizi).

Io non ci trovo niente di male, anzi, sono favorevole, se lo si fa con stile. Io per prima, quando regalo qualcosa dico “Se non ti piace dallo a qualcun altro a cui può piacere, non c’è problema”.

Può capitare a tutti di sbagliare un regalo, anche facendolo con le migliori intenzioni (magari semplicemente regalando a una persona un libro che ha già). Ma perché ci sono persone che regalano liquori agli astemi e lingerie da spogliarellista a chi si veste da suora laica? Forse perché fanno spese nei giorni più frenetici e comprano a caso? O perché si danno al riciclo “selvaggio”?

Credo che il riciclo possa essere di due tipi: quello intelligente (ti regalo qualcosa che ho ricevuto che non mi piace/non mi serve/ho già ma a te piacerà/servirà di sicuro) e tipo “catena di Sant’Antonio” (ho ricevuto qualcosa che non mi piace, te la rifilo anche se probabilmente non piacerà neanche a te, e magari tu farai altrettanto con qualcun altro). So di gente a cui il regalo sgradito è comunque tornato indietro anni dopo, dopo essere passato in chissà quante mani. Il “regifting” intelligente, considerato in tempi di crisi più che accettabile e addirittura ecologico, richiede soprattutto buona memoria e un certo savoir faire. Le regole fondamentali: il “regalo” va sempre impacchettato di nuovo e accompagnato da un biglietto; evitate di farlo se la persona che riceve il “ri-dono” è permalosa; i famosi “sei gradi di separazione” (che spesso sono solo due o tre) vanno seriamente tenuti in considerazione. Se avete ricevuto da un amico una cravatta, in assoluto il regalo più riciclato, non regalatela a suo cognato! Riciclare cibo è più facile, l’importante è controllare la data di scadenza (magari evitando di presentarsi con il torrone a un pranzo pasquale).

Vini, spumanti e superalcolici si prestano tutto l’anno a questo tipo di “operazione”, basta aspettare la giusta occasione. Chi non è mai andato a una cena portando una bottiglia, affermando tranquillamente “Me l’hanno regalata tempo fa”? A me addirittura regalano vini proprio per questo motivo; dato che non ne capisco praticamente niente, mi tolgono il pensiero dicendomi “con questo farai bella figura”.

Per quanto mi riguarda, quando ho ricevuto regali “non di mio gusto” li ho portati alla Caritas, ma ricordo una sciarpa così orrenda che forse anche lì non è piaciuta a nessuno.

A presto.

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