di Redazione
7 gennaio 2013
FANO – Massimiliano Trillini ha avuto un grande merito: quello di sapere interrompere il corso del tempo. Come se gli otto mesi di stop, per via dell’infortunio, non lo avessero toccato, né fisicamente né psicologicamente. Ieri ad Alessandria, in mezzo al capo, si è impegnato, ha giocato e ha lottato senza timori, mostrando la personalità di un veterano.
“Sinceramente all’inizio ero un po’ agitato perché rientravo in campo, in una gara ufficiale dopo l’infortunio che mi ha tenuto fuori per otto mesi, ma fortunatamente tutto è andato per il verso giusto. Ho lottato e ho avuto dei riscontri fisici positivi, soprattutto quando i ritmi, in campo, sono aumentati”.
Da buon giocatore qual è, il centrocampista granata non antepone l’aspetto personale alle sorti della squadra.
“Quando perdi, è sempre difficile salvare qualcuno. Complessivamente questa non è una partita da buttare perché l’Alessandria non ci ha mai messo sotto ed i gol sono nati da disattenzioni tattiche. Per questo dobbiamo lavorare molto sull’attenzione e crescere come squadra poiché solamente uniti possiamo pensare di salvarci”.
E riguardo al suo futuro, Trillini parla con i piedi ben piantati a terra.
“So bene di non aver fatto nulla perché la strada che voglio percorrere è ancora molto lunga e piena di ostacoli. Poi finché non imparo a calciare bene con entrambi i piedi non posso definirmi un calciatore, ma semplicemente uno che gioca a calcio”.
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