di Redazione
7 gennaio 2013
Da Davide Ippaso riceviamo e pubblichiamo:
PESARO – E siamo arrivati a 11….ben 11 sconfitte consecutive!
Manco i peggiori detrattori, i pessimisti cosmici, coloro che non capiscono nulla di pallacanestro, si potevano immaginare un’annata così disastrosa.
Cosa possiamo dire in più rispetto gli ultimi interventi?? Abbiamo perso con la prima in classifica (Varese ha dimostrato di essere una compagine validissima ma prima di tutto una SQUADRA) lottando alla pari per un tempo. Poi ci siamo dissolti, come al solito, come neve al sole, quando abbiamo ripreso a giocare da “non squadra”.
Forse è proprio questo il problema peggiore che dimostra la Vuelle dall’inizio del campionato, senza nascondere i dati inconfutabili di ruoli scoperti, atleti non propriamente “top player” e giocatori adattati a schemi non costruiti sulle loro caratteristiche.
La nostra amata Scavo quest’anno dimostra di essere tutto tranne che una squadra, anche se combattendo e lottando su ogni pallone ha giocato per due quarti con Varese come da tanto tempo non si vedeva. Poi, come spesso accade, si spegne la lampadina e iniziamo a rivedere il buio più pesto. La nota lieta della partita è stata la saggia regia di Rok Stipcevic, play Croato, che ha dimostrato cosa vuol dire organizzare un’azione d’attacco e il pressing tutto campo sul portatore di palla avversario.
E’ una piccola luce che riaccende la speranza in un girone di ritorno migliore. Lottiamo per salvarci e lo faremo solo sulla squadra che ci precede: Biella. E’ poco, è deprimente, ma sicuramente è meglio di niente!
E’ vero, siamo tutto tranne una squdara. E fare la corsa su Biella non sarà sufficiente per il semplice
fatto che la stessa Biella assomiglia molto più di Pesaro ad una squadra di pallacanestro e che ha
perso le ultime due partite per un soffio, mentre la Scavolini è stata suonata prima da Montegranaro
e poi da Varese ed entrambe le volte in casa. Pesaro non si salverà, non vedo margini per cercare
di raggiungere l’obiettivo, non vedo una società pronta a lottare per non morire, ci sono dentro
troppi personaggi abituati a far salotto e completamente inadatti a gestire situazioni del genere.
Per di più si gioca in quella piazza d’armi del palazzone, impianto inadeguato, tremendamente
desolante e dispersivo, dove vanno a nozze solo gli avversari. Qualcuno non ha ancora capito che
se vogliamo ancora il basket ad un certo livello nella nostra città, il primo passo da fare è quello
di ritornare al vecchio palasport, si partirebbe con una dote minima di 8/10 punti, dote che ai
tempi attuali sarebbe stata più preziosa dell’oro.