di Redazione
8 gennaio 2013
FANO – Ha suonato fino a ieri sera ma, come annunciato, la sirena del porto di Fano, questa mattina, è stata smantellata. In poche ore si è messo a tacere il nautofono, un avvisatore acustico che, sul molo di levante, per anni, oltre a rappresentare un valido aiuto ai natanti è stato un simbolo per una città di mare come Fano. Motivazione? Le moderne tecnologie possono sopperire tranquillamente all’utilizzo del nautofono. Come se a Venezia togliessero, facendo un esempio volutamente forzato, le gondole perché antiquate e sostituibili con i motoscafi. E non solo: perché di tale dismissione si sapeva da tempo ma forse, qualcuno, non gli ha dato (sbagliando) il giusto peso. Diciamo questo perché è chiaro che la tradizione, nei limiti del possibile (compresi quelli economici), andrebbe sempre preservata. Bisogna capire quanto, in questo caso, si sia fatto e come siano andate realmente le cose. Diciamo che si fosse un avvisatore acustico atto a segnalare una sbagliata gestione, questo, ora, suonerebbe forte…
Molti cittadini, in queste ore, si stanno infatti mobilitando, indignati, dicendosi disponibili a una raccolta di fondi annuale per mantenere la sirena in vita. L’assessore Santorelli ha spiegato che “parlando con il comandante del Comando Zona Fari Venezia” ha trovato la sua massima disponibilità “a mettere un nautofono, anche meno usurato del nostro, a disposizione gratuitamente a patto che il comune si occupi della sua manutenzione. Questo aspetto dovrà essere approfondito in termini di costi in quanto la sicurezza dei natanti è comunque garantita dalle nuove tecnologie”. Quindi, si toglie quello vecchio e se ne può mettere uno nuovo? Allora, resta da capire perché non si sia data la giusta rilevanza alla missiva (con l’avviso di dismissione) inviata, per tempo, dall’Ufficio Circondariale Marittimo di Fano al Comune (sulla faccenda c’è un’interrogazione comunale già presentata) e se davvero, come spiegato nei giorni scorsi, per mantenere un nautofono ci vogliano 50mila euro l’anno…
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