Ricci taglia tre dirigenti: risparmiati 174 mila euro

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8 gennaio 2013

PESARO – «Altri tre dirigenti in meno per la Provincia di Pesaro e Urbino». Matteo Ricci va avanti con la riorganizzazione della macchina amministrativa. E nella mattinata comunica una decisione rilevante, in chiave spending review. Relativa al personale: «Con la prima giunta del nuovo anno, abbiamo formalizzato e definito il passaggio da 14 a 11 dirigenti (nel calcolo è compreso anche il direttore generale Marco Domenicucci, dirigente in aspettativa, ndr). Che sarà a tutti gli effetti operativo a partire dal primo marzo».

 

Matteo Ricci

Matteo Ricci, presidente della Provincia di Pesaro e Urbino

Il percorso. Ricapitoliamo. Il presidente della Provincia, all’inizio del suo mandato, trova 16 dirigenti. Li riduce di lì a poco portandoli a 14, bloccando il turnover. Per arrivare poi agli 11 citati, con il nuovo passaggio odierno. Motivato così: «E’ una scelta dettata dalle esigenze di risparmio e sobrietà che caratterizzano l’amministrazione provinciale fin dall’inizio della legislatura. A maggior ragione in un momento delicato come quello che stiamo vivendo». Ma è anche, aggiunge Ricci, «una decisione che si fonda sul disegno presumibile di riforma delle competenze dell’Ente». Tradotto: la struttura si modella, adeguandosi ai nuovi assetti degli enti locali. Così il presidente ringrazia «Andrea Pacchiarotti, Giorgio Giorgini e Lucilla D’Orazio per la professionalità e l’ottimo lavoro svolto. Continueranno a dare un contributo importante all’interno della struttura».

 

I numeri del risparmio. Il nuovo atto di giunta va letto, peraltro, in continuità con la linea già esplicitata dal presidente della Provincia non molto tempo fa. Matteo Ricci aveva detto: «Dal 2009 abbiamo ridotti i dipendenti, che sono passati da 630 a 587. E continueranno a calare ancora nei prossimi anni, con l’obiettivo di arrivare almeno a 500. I dirigenti? Nessuno nuova nomina, anzi continueremo a tagliare». La conseguenza dell’ulteriore riduzione è il risparmio complessivo di 174mila all’euro all’anno. Che si aggiungono ai circa 189mila euro, sempre su base annua, recuperati dal precedente blocco del turnover.

 

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