Effetto Crema sul volley: Urbino sorpassa Pesaro

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11 gennaio 2013

PESARO – Effetto Crema sul… derby della provincia di Pesaro e Urbino. Così, Urbino, che aveva perso 3-0, sorride perché da stasera è avanti a Pesaro, che invece aveva vinto, ma causa il ritiro dell’Icos perde i 3 punti guadagnati. Ma le regole sono le regole e non si transige: infatti, in base agli articoli 12 e 13 del Regolamento Gare Fipav, tutti i risultati dell’Icos Crema sono annullati, con sottrazione di punti alle squadre che l’hanno battuta, o hanno perso al tie-break.

Pertanto, la nuova classifica della serie A1 è la seguente:

Unendo Yamamay Busto Arsizio 27 (meno 3)
Foppapedretti Bergamo 24 (meno 3)
Rebecchi Nordmeccanica Piacenza 21 (meno 3)
Asystel MC Carnaghi Villa Cortese 20 (meno 3)
Assicuratrice Milanese Modena 20 (meno 2)
Duck Farm Chieri Torino 15 (meno 3)
Chateau d’Ax Urbino 15 (nessuna sottrazione)
Imoco Conegliano 14 (meno 1)
Kgs Robursport Pesaro 14 (meno 3)
Banca Reale Yoyogurt Giaveno 9 (meno 1)
Volley 2002 Bologna 1

 

Adesso, alla Kgs Robursport non resta che fare gli scongiuri, perché se – come qualcuno ipotizza – si ritirasse anche l’Assicuratrice Milanese Modena, perderebbe altri 4 punti, mentre altre squadre – Urbino in primis – avrebbero tutto da guadagnare.

Certo è che, dopo l’amara esperienza di Conegliano, il caso Crema è un ulteriore macigno sul movimento pallavolistico femminile, fino a pochi anni fa il numero uno al mondo. Così, in questo contesto stupisce che qualcuno guardi al proprio orticello, pensando all’interesse particolare e non a quello collettivo.

A questo punto, però, sarebbe opportuno che, nel rispetto delle regole, la Lega Pallavolo Serie A Femminile informasse sulla situazione delle singole società, soprattutto divulgasse l’elenco di chi – negli ultimi anni – ha fatto ricorso alla Camera di Conciliazione. Quest’ultima doveva essere lo strumento per risolvere situazioni particolari, ma è diventato l’escamotage utilizzato per non rispettare i contratti, i patti siglati con giocatrici e allenatori. Anche questo, come il promettere ingaggi alti e poi non onorarli, è diventato un modo per farsi concorrenza sleale.

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