12 gennaio 2013
PESARO – Prossima tappa, Avellino, sperando non sia la prossima fermata. La Scavolini Banca Marche va in Irpinia per affrontare una Sidigas rinfrancata dal successo di Venezia…”.
“E in tutta sincerità – commenta Zare Markovski – per noi sarebbe stato meglio affrontarli dopo una sconfitta…”.
A prescindere dal fattore psicologico, che squadra si troveranno di fronte i biancorossi?
“Una squadra che corre e tira, che cerca di fare un punto in più anziché uno in meno. E se poi è in tiro come a Venezia è in grado di ribaltare un meno 11 e di vincere di 6. La Sidigas – conclude Markovski – è imprevedibile”.
Meglio così, aggiungiamo noi, perché si è imprevedibili sia nel bene sia nel male. Di sicuro, però, in Irpinia, a dispetto dei problemi economici delle precedenti stagioni, hanno allestito un roster che tutto sembra meno che da bassifondi della classifica.
“Il loro problema – aggiunge il coach pesarese, un ex – è che si sono affidati totalmente, da sempre, al playmaker. Quando Dee Brown faceva la differenza, volavano. E ancor più con Marques Green nel ruolo di padre e padrone. Quest’anno, invece, hanno un altro tipo di giocatore (l’ex Casale Shakur; ndr) che non esalta il resto della squadra e forse i loro problemi iniziano lì, malgrado un roster di tutto rispetto”. Che volevano completare con Rok Stipčević, che per fortuna ha scelto Pesaro.
Dunque, Markovski, come Daniele Cavaliero, è un ex…
“Sono stato quattro anni ad Avellino, compreso uno in Eurolega: sono il recordman della panchina. Pensando al lavoro fatto quando c’era carenza di tutto e di tutti, sono stagioni da incorniciare. Per questo, ritornare ad Avellino è sempre gradevole. Per quanto può contare visto il nostro momento, le mie due precedenti occasioni da ex, entrambe con la Virtus Bologna, sono coincise con la vittoria della mia squadra…”.
Attacchiamoci alla cabala, ma non sarà facile se la Scavolini non giocherà al massimo per 40 minuti. Anche perché la Sidigas ha irrobustito il roster con Kaloyan Ivanov, che non è il gemello sbagliato di Dejan.
“Ivanov – commenta Markovski – ha dato ulteriore spinta: difende sia da 4 che da 5, e fa altrettanto in attacco, dove grazie alle qualità di conquistare rimbalzi offensivi può procurare ulteriori palloni da giocare. No, non è il gemello sbagliato. Solo che i due gemelli bulgari hanno vissuto differenti carriere. Kaloyan si è misurato subito con le qualità e le conseguenti difficoltà del campionato spagnolo, mentre Dejan ha avuto un altro tipo di crescita”.
Avellino ha due grandi attaccanti: Dean e Richardson.
“Tiratori puri; dovremo essere concentrati sugli scarichi per loro. Dean è un tiratore di “punizione”: quando la difesa incomincia a ruotare e la palla arriva nelle sue mani, diventa micidiale. Richardson è più bravo in uscita dai blocchi, ma con Kinsey abbiamo un’arma difensiva in più”.
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