Schifani: “Di Giacomo interrompa lo sciopero della fame”

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15 gennaio 2013

ROMA – “Di Giacomo sospenda lo sciopero della fame. Il Parlamento che verrà eletto il 24 e 25 febbraio prossimi dovrà immediatamente porre all’ordine del giorno il problema delle carceri”.

Renato Schifani

Renato Schifani

Parole giunte da Renato Schifani, il presidente del Senato che s’è rivolto direttamente ad Aldo Di Giacomo, esponente del Sappe, il Sindacato autonomo di polizia penitenziaria, in sciopero della fame da oltre un mese e dal 9 gennaio anche in sciopero della sete. Una forma di protesta eclatante per richiamare l’attenzione del mondo politico sulla situazione delle carceri.

Schifani a Di Giacomo: “In tal senso mi sono già impegnato ad agire, se rieletto parlamentare, e mi adopererò con forza per portare a soluzione la questione del sovraffollamento delle strutture penitenziarie che mortifica il nostro Paese. Per questo la invito a desistere dall’iniziativa che sta conducendo, con giustificata e meritoria passione ma anche con gravi rischi per la sua salute”.

“Il nostro Paese – continua il presidente del Senato – è stato di recente condannato dalla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo per il gravissimo sovraffollamento degli istituti penitenziari. Sono convinto che occorra uno scatto di orgoglio, con un approccio di coesione nazionale. Ritengo indispensabile che venga aperto un dialogo e che il Parlamento ascolti tutti gli operatori delle carceri – in primo luogo proprio gli agenti di polizia penitenziaria come lei – che tutti i giorni si confrontano con questa durissima realtà”.

“Assicuro la mia sincera vicinanza ad Aldo Di Giacomo – conclude il presidente del Senato, rispondendo alla lettera inviatagli da Donato Capece, segretario del Sappe – ma vorrei anche rivolgere un appello, come ho già fatto incontrando Marco Pannella, affinché lo sciopero della fame e della sete venga sospeso in attesa che il nuovo Parlamento sia in grado di riunirsi e operare, dando modo alle persone di buona volontà di agire e di rimediare alle insufficienze della Legislatura che si sta chiudendo”.

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