I Musei Civici di Pesaro cambiano pelle

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16 gennaio 2013

PESARO – Il 2013 si apre con una fase molto intensa per i Musei Civici; lavori in corso sulla struttura ma anche studi per far luce su tutto il patrimonio, restaurarlo quando necessario e restituirlo alla pubblica fruizione grazie al nuovo allestimento.

Quella che stanno vivendo i Musei Civici è davvero una fase molto intensa che è importante condividere con la città, per far capire cosa sta accadendo al contenitore storico – palazzo Mosca coinvolto da lavori di ristrutturazione – ma anche al contenuto, i preziosi tesori d’arte custoditi nei depositi, spazio sempre più “essenziale” per un museo.

Se in questo momento ciò che il pubblico può ammirare è solo una selezione dell’assetto permanente (aperte alle visite sono la sala Bellini con i dipinti e quella del ‘900 con la quasi totalità delle maioliche finora esposte nel museo delle ceramiche), in realtà è proprio sulle collezioni che il Comune sta lavorando a pieno ritmo, per garantirne la conservazione, recuperarle quando le condizioni lo richiedono, approfondire gli studi aumentando così il livello di conoscenza.

L’assessore alla Cultura Gloriana Gambini ricorda infatti che “il tema della riscoperta del patrimonio si lega strettamente a quello dei depositi, uno spazio non visibile – ma assolutamente vivo per la ricchezza di stimoli che offre – da cui portare alla luce il più possibile perché la città abbia la consapevolezza di quale museo possiede. In linea con questa direzione, è appena partita una prima campagna di restauri pianificata in vista degli eventi espositivi che si alterneranno a ritmo semestrale nel nuovo allestimento, facendo emergere ogni volta una nuova porzione, in alcuni casi totalmente inedita, delle opere dei depositi”.

Del gruppo di oggetti pronti per restauri e revisioni conservative fanno parte 51 maioliche – in prevalenza delle collezioni Mazza e Ugolini e dei secoli XVI e XVIII -, 30 manufatti di arti decorative realizzati con i materiali e le tecniche più diverse (legno, marmo, bronzo, madreperla, corallo, avorio), 4 dipinti e altrettante cornici. Su tutti, spicca una specchiera realizzata nel XVIII secolo dai maestri vetrai muranesi, ancora una volta espressione del gusto raffinato della marchesa Vittoria Mosca: il manufatto si connota soprattutto per la presenza di fogliame e fiori in vetro, dettaglio preziosissimo che costituisce la peculiarità tipica della produzione di Murano. Mentre la specchiera verrà restaurata da un laboratorio romano (Arte e Restauro del Vetro di Aldo Frasca) leader riconosciuto in questo genere di interventi, gli altri lavori di restauro verranno affidati, tenendo conto delle indicazioni fornite di volta in volta dalla Soprintendenza di Urbino, a professionisti locali offrendo così opportunità alle imprese del nostro territorio.

Tutto questo può accadere grazie a un mix di risorse diverse provenienti dal Comune, da Sistema Museo, realtà che affianca l’Amministrazione come gestore privato e da finanziamenti europei, cui si aggiunge l’apporto di associazioni cittadine che amano la cultura e ne riconoscono il valore fondamentale per una società civile. Naturalmente questo è solo il primo passo per un lungo percorso di recupero totale del patrimonio.

E sempre a proposito di conservazione, tra i progetti in cantiere c’è anche quello di individuare, tra gli ambienti di palazzo Mosca, un luogo in cui collocare il laboratorio del restauro: grazie ad una sala del genere si potrebbe offrire al pubblico l’occasione per vedere il lavoro in diretta o anche attivare iniziative di formazione in collaborazione con il corso di Conservazione e restauro dei Beni Culturali della Facoltà di Scienze e Tecnologie dell’Università degli Studi di Urbino.

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