19 gennaio 2013
PESARO – Seconda e ultima parte dell’intervista a Zare Markovski. Si parla di Roma, ma non solo. L’Acea, avversaria domenica (ore 18,15, arbitri Sabetta di Termoli, Vicino di Bologna e Caiazza di Napoli, diretta sul canale 111 del digitale terrestre di Tvrs e su Radio Città), è quinta in classifica, reduce da tre successi consecutivi, due dei quali conseguiti in trasferta (a Brindisi e Montegranaro) dopo grandi rimonte. L’ultima sconfitta dei romani è avvenuta per mano della ditta Diener&Diener, la dodicesima giornata..
Una squadra in economia, quella allestita dai dirigenti capitolini e da coach Calvani, uno degli ex con Crosariol, che ha saputo riaccendere la passione della famiglia Toti, proprietaria della Virtus, che aveva manifestato l’intenzione di mollare. Costruita attorno a Gigi Datome, indiscutibilmente il migliore italiano del campionato (terzo realizzatore con 17,7 punti a partita, più preciso dalla lunetta con il 96,3%!, terzo nelle triple), l’Acea ha in Gani Lawal il secondo rimbalzista della serie A.
“Lawal – commenta Markovski – è un giocatore molto intenso e ha pari valore di Dunston (il lungo della Cimberio; ndr). Certe volte quando gli esterni romani sono in difficoltà, alzano la palla verso il canestro, lui la raccoglie e schiaccia”.
Sarà una serata importante per Crosariol, che torna da ex. Avete parlato di questo aspetto? Spesso, gli ex vogliono strafare, forzano e sbagliano…
“Avremo tempo per rivedere questo aspetto con Crosariol. Quello che sente, che prova, dovrebbe bastargli per fare la partita. Non dico come ad Avellino, dove abbiamo costruito il lavoro difensivo sul suo impegno, perché a Roma dovremo fronteggiare l’atleticità di Lawal che potrebbe punire Crosariol quando Andrea va ad aiutare i compagni, perché il suo aiuto è importante”.
Di più non dice, Zare, che però non sembra preoccupato dal punto di vista tecnico.
“No, da questo punto di vista non sono preoccupato. Roma è una buona squadra, gioca bene in attacco, ma noi dovremo essere molto concentrati soprattutto sulla loro intensità. Eco, mi aspetto che Bryan giochi con grande intensità, perché se cala sotto questo aspetto la sua presenza in campo diventa inutile. Lui deve spendere bene i suoi falli”.
Oggi abbiamo scritto dei numeri di Datome, ieri coach Markovski ha raccontato il suo modo di essere protagonista. Un italiano, come altri, a partire dal “nostro” Daniel Hackett, che dimostra quanto sia importante concedere loro fiducia.
“Mi allaccio alla dichiarazione del nuovo presidente della Federazione Italiana Pallacanestro, Gianni Petrucci, che vuole più italiani. Condivido: sarei molto contento di rivedere il numero di tesseramenti. Mi sono sempre battuto, sia in sede Fiba sia in Eurolega, per unificare i tesseramenti, per avere le stesse regole in tutti i campionati. Così, solo così, ogni paese potrebbe fare crescere i suoi giovani”.
Un’idea corretta, giusta, che però si scontra con un’altra realtà, purtroppo, quella dove a decidere sono soprattutto gli agenti. Il “mercato libero” fa s che ognuno pensi al proprio orticello, mai guardando l’interesse comune. Perché poi resta il bilancio. Se sia hanno 500.000 euro a disposizione, è più facile fare una squadra con cinque stranieri che costano meno di cinque italiani di pari valore. Non a caso, si è liberata – transando – del contratto di Crosariol e al suo posto ha ingaggiato Gani Lawal, il nigeriano d’America, che – se sbagliamo attendiamo una smentita – costa meno di quanto costava il lungo italiano.
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