di Redazione
21 gennaio 2013
PESARO – Questa mattina, su richiesta delle organizzazioni sindacali confederali Cgil, Cisl e di categoria (Filt-Cgil e Fit Cisl), si è svolto un incontro con l’assessore provinciale Domenico Papi e con Giovanni Romanini, responsabile del settore trasporti della Provincia di Pesaro e Urbino, sul problema del trasporto pubblico locale.
L’incontro è stato richiesto per scongiurare gli effetti di una delibera della Giunta regionale del 28 dicembre scorso, che stabilisce, oltre ai tagli già effettuati nel 2012, un ulteriore taglio del 4% al trasporto pubblico urbano ed extraurbano in tutte le Province.
La delibera era stata già contestata a livello regionale dai sindacati, sia nel metodo sia nel merito, per diversi motivi. In primo luogo perché si aggiungono altri tagli oltre e quelli già praticati lo scorso anno che nel nostro territorio hanno già portato ad una diminuzione dell’occupazione e dei servizi, in particolare per l’entroterra.
Questa ulteriore sforbiciata, per il 2013, a detta dei sindacati è “insopportabile per gli effetti negativi che produce e con riflessi inevitabili sia sui posti di lavoro sia sui servizi perché ancora una volta si tratta di un taglio lineare, che non tiene conto delle differenze esistenti tra province. Infatti, il nostro è un bacino che non solo è già organizzato con un unico consorzio – spiegano Cgil e Cisl – ma che ha già provveduto a riorganizzare molte tratte realizzando tutte le economie di scala possibili, anche da un punto di vista dell’organizzazione del lavoro”.
Per questo Maurizio Amadori, Simona Ricci e Daniele Giunta (per la Cgil) e Claudio Bruscoli per la Cisl hanno chiesto alla Provincia di farsi parte attiva per individuare soluzioni alternative ai tagli dei servizi e alla conseguente perdita di posti di lavoro e hanno fatto inoltre presente come questi tagli arrivino a poco meno di sei mesi dalle nuove gare di appalto per il trasporto pubblico locale che avverranno a giugno 2013, in una condizione in cui tutti i lavoratori del settore trasporto sono senza contratto nazionale da ben 5 anni. Gli amministratori provinciali hanno detto di condividere le preoccupazioni dei sindacati che, se non dovessero arrivare risposte celeri e concrete da parte della Regione e della Provincia, non escludono la possibilità di proclamare lo stato di agitazione.
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