di Redazione
6 febbraio 2013
ANCONA – Sobrietà e rigore ma anche concretezza e capacità di dare stimolo e infine l’ancoraggio giusto con la comunità per lo sforzo riformatore che l’Italia deve fare. E’ la testimonianza di buon governo dei territori firmato Pd posta sul tavolo della competizione elettorale e raccontata in una manifestazione ad Ancona dai presidenti delle Regioni Emilia Romagna Vasco Errani e Marche Gian Mario Spacca, e dall’ex assessore al bilancio della Regione Toscana, il socialista Riccardo Nencini, candidato al Senato nella lista Pd nelle Marche.
Presenti, oltre al segretario regionale Palmiro Ucchielli, i candidati del Pd al parlamento, sindaci, presidenti di Provincia, consiglieri e assessori regionali.
Si parla di economia e lavoro ma Ucchielli parte da una considerazione politica: “La partita è tra centrodestra e centrosinistra, tra Pd e Pdl”. Di qui l’appello al voto utile, per dare al Paese una maggioranza stabile per cinque anni, in grado di attuare le riforme necessarie.
Se per Nencini il contributo che il governo dei territori può dare all’agenda di governo nazionale è costituito soprattutto dall’uso corretto delle risorse, dalla riduzione dei costi della politica, per Spacca l’azione degli amministratori deve dare risposte concrete alla comunità. Ma non basta, occorre ”uno sforzo di stimolo e progettazione”. Come nelle Marche, dove la lunga aspettativa di vita e l’alta percentuale di popolazione anziana hanno spinto la Regione a varare il progetto per la longevità attiva, l’uso delle nuove tecnologie per la casa intelligente e la telemedicina, in pratica un nuovo modello di welfare. Ma anche un nuovo modo di realizzare infrastrutture con il contratto di disponibilità per la Fano-Grosseto.
Secondo Errani l’Italia è a un bivio, ”un passaggio storico: o si avvia un vero processo di riforma oppure il paese e’ destinato a tornare nel vortice dei populismi”. Poi il presidente della Conferenza delle Regioni riepiloga alcune delle proposte programmatiche di Bersani su Imu, messa a norma di scuole e ospedali, politiche industriali, riduzione dei costi della politica.
Su Montepaschi puntualizza: “Si arrivi fino in fondo alla verità. Si prendano tutti i board delle banche e si leggano nomi e cognomi”.
E sul tema del lavoro sostiene “il problema non è l’articolo 18. Il punto è: chi paga l’uscita dalla crisi? Chi siamo noi? Che cosa vogliamo? Siamo i riformisti e vogliamo allearci con tutti coloro che intendono realizzare le riforme reali per il Paese”.
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