E’ Ruzzle mania: i segreti di un vero boom

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16 febbraio 2013

PESARO – Un vero e proprio fenomeno per giocatori di massa. Il must del momento si chiama Ruzzle, il gioco che ha stregato gli italiani, ed è una versione riveduta e corretta dei tradizionali Scarabeo e Paroliere. Un gioco di parole per smartphone e anche tablet che negli ultimi mesi, soprattutto dal boom materializzatosi lo scorso dicembre a oggi, ha attirato qualcosa come 10 milioni di giocatori suddivisi in 128 Paesi differenti. I giochi servono proprio per divertirsi, una lezione che dovrebbe imparare Zynga, l’azienda di Mark Pincus che proprio mentre il gioco svedese spopola perde sempre più quote di mercato.

Ruzzle

La Ruzzle-mania impazza dunque a ogni latitudine. Alla base di un successo planetario, che da noi avrebbe spinto addirittura i vertici di Mediaset a contattare la società svedese MAG Interactive per trasformare il gioco in un format tv da affidare all’immarcescibile Gerry Scotti, innanzitutto l’immediatezza. In minipartite di 2 minuti su tre round, dove tramutare le 16 lettere “disegnate” sul tabellone in parole col semplice spostamento del dito, si possono sfidare gli amici di sempre e quelli di social network, perfetti sconosciuti tramite la funzione “scegli avversario a caso” o fare pratica sfidando se stessi a suon di record personali. Non è inusuale, comunque, vedere schiere di amici, magari seduti allo stesso tavolo di un bar, sfidarsi a Ruzzle per ottenere il miglior punteggio che poi si trasforma in sfottò o battuta di spirito.

Infinite possibilità come quelle fornite dalle varie lingue disponibili. E se qualcuno obietta dicendo che i dizionari non sono fedelmente riportati in tutto e per tutto, c’è chi – anche autorevoli linguisti di mezzo mondo – sottolinea l’importanza del gioco come strumento per stimolare la mente e rinsaldare la propria conoscenza linguistica. Senza contare che si tratta di un gioco e non è d’azzardo. Il che, in periodi di ristrettezze economiche generalizzate, non è certo male, tutt’altro.

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