di Redazione
20 febbraio 2013
di Tarcisio Porto*
CA’ LUCIO – Con riferimento ai recenti articoli apparsi sui quotidiani locali e riguardanti lo stato della gestione della discarica strategica per rifiuti non pericolosi di Cà Lucio di Urbino, credo debba essere finalmente colta l’occasione per dipanare l’orizzonte da un crescente ed ingiustificato allarmismo, il quale fornisce informazioni e dati assolutamente discostanti dalla realtà, tentando così di vanificare le innumerevoli opere di miglioramento tecnologico realizzate nel contesto dell’impianto e che hanno oltretutto richiesto ingenti sforzi economici. Compito della politica, con particolare riguardo alla politica dell’ambiente, è quello di presentare il quadro di iniziative realmente intraprese a favore dalla salubrità e della salute di tutti, mostrando, al contempo, la continuità del controllo amministrativo sulla matrice territoriale di riferimento. Mi rivolgo pertanto direttamente all’intera comunità del luogo, alla quale la Provincia può esibire, favorendo così la massima libertà di accesso, tutti i risultati ed i riscontri riguardanti l’opera di controllo e d’ispezione svolte a Cà Lucio nel corso del tempo. Fatta questa premessa affronto l’essenza dei problemi sollevati:
– la discarica per rifiuti non pericolosi di Cà Lucio di Urbino esiste in virtù di una precisa scelta politica, a suo tempo democraticamente discussa, dibattuta ed accettata, nell’ambito del Piano Provinciale di Gestione dei Rifiuti, il quale aveva previsto la strategicità del sito e la sua durata nel tempo;
– l’impianto è oggi allineato e conforme ai migliori criteri costruttivi e gestionali in quanto autorizzato ai sensi della normativa in materia di autorizzazioni integrate ambientali, la quale prevede un sistema permanente di autocontrollo e monitoraggio, a sua volta implementato dall’uso delle migliori tecnologie disponibili (B.A.T.).
– il sito di Cà Lucio di Urbino è inoltre conforme alla normativa settoriale, europea e nazionale in materia di discariche, avendo applicato i Piani di adeguamento previsti sia dalla direttiva 31/1999/CE che dallo stesso decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36 (normativa in materia di discariche);
– nell’area impiantistica, lo smaltimento avviene secondo criteri operativi ispirati all’ottimizzazione dei tempi e degli spazi, avendo adottato la prassi della deposizione dei rifiuti medesimi nell’ambito di ben definite celle di coltivazione, mediante le quali si evita l’accumulo sproporzionato degli stessi;
– attualmente il regime autorizzativo ha assunto come riferimento il principio europeo della “prevenzione e riduzione integrata dell’inquinamento” come assioma base, avendo fatto propri i principi generali IPPC (utilizzazione delle migliori tecniche disponibili, progressivo annullamento delle fonti d’inquinamento, recupero in luogo dello smaltimento, utilizzazione dell’energia interna, restituzione del sito agli usi originari);
– la discarica di Cà Lucio è un impianto articolato a tecnologia complessa, utilizzante il recupero energetico del biogas, il compostaggio del rifiuto verde mediante attrezzature ad alta valenza tecnica, l’osmosi inversa in grado di depurare gran parte del percolato prodotto.
A fronte di quanto profuso in campo ambientale voglio aggiungere che tutto ciò che è stato progettato ed ideato si è fatto cosa concreta e tangibile. E questo, dopo attenti e minuziosi procedimenti amministrativi e tecnici, a loro volta sfociati in atti e provvedimenti autorizzativi che a tutt’oggi contemplano il permanente intervento degli organi di controllo votati alla verifica delle prescrizioni concesse. Anche negli ultimi mesi, organi ispettivi territoriali, tra i quali l‘Arpam, il Corpo forestale dello Stato, la stessa polizia provinciale ed i funzionari del Servizio ambiente hanno operato con attenzione, svolgendo, ognuno secondo le proprie competenze, analisi, prelievi e verifiche. Nulla di pericoloso per l’ambiente è stato rilevato anche se tutto questo non ci impedisce di imporre al soggetto gestore l’applicazione continua e motivata di ulteriori migliori e perfezionamenti. Affermare, al contrario, come alcuni soggetti con troppa disinvoltura fanno, che la discarica sia una pattumiera a cielo aperto con liquami che fuoriescono nei vicini canaloni, ventilando analisi poi smentite in sede ufficiale, non giova alla collettività ma solamente ad un uso strumentale e malcelato delle polemiche sin qui fomentate, creando una cortina fumogena che se è destinata certamente a sparire non appena si leva il sole dell’obiettività, si rivela comunque controproducente per una visione pacata della realtà così come si presenta. Certamente continueremo nelle azioni di controllo e miglioramento ambientale, non rifuggendo dall’esibire le risultanze analitiche comprovate da organi ufficiali che eseguono il lavoro nel pieno rispetto delle restrittive e cautelative metodiche nazionali ed internazionali. Siamo inoltre sempre a disposizione per confronti pubblici e collettivi, mentre gli uffici da me diretti posseggono dati ed informazioni aggiornate con i quali sostenere quanto affermato. La responsabilità legata alle volute e manifeste mendacità esibite con chiaro vigore polemico ed equipollente debolezza argomentativa non possono che ricadere sui singoli chiamandoli civicamente ed individualmente a risponderne se giudicate palesemente sproporzionate e fuorvianti. Garantendo a tutta la comunità provinciale il massimo livello di attenzione e controllo ribadisco la più certa trasparenza. Ogni cittadino può contattare l’ente Provincia e me personalmente per segnalare anomalie e malfunzionamenti. Come ho fatto finora e farò immediatamente segnalerò agli organi competenti immediatamente e mi preoccuperò dei riscontri oggettivi».
*Assessore provinciale all’ambiente
ma vive sulla luna?cos’ha visto,quando le acque marroni arrivavano dritte al Metauro,lui dov’era?
Che tipo di prosciutto usa , per coprire gli occhi ? e roba da matti ! faceva piu’ bella figura nello strsene zitto ! Andate a lavorare !