Cia, svolta storica: una legge per tutelare la biodiversità alimentare nella ristorazione

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27 febbraio 2013

PESARO – Si è tenuto questa mattina il convegno “La sana alimentazione: utilizzo del prodotto tipico/biologico locale nelle mense” organizzato da Cia (Confederazione Italiana Agricoltori) di Pesaro e Urbino. Presenti al tavolo dei relatori, per la Cia il presidente Gianfranco Santi insieme a Maurizio Romagnoli di Cia Servizi srl, il presidente di Camera di Commercio di Pesaro e Urbino Alberto Drudi, per la Provincia il presidente Matteo Ricci, e ancora Valentina Avaltroni, responsabile gare e contratti Unione Roveresca, Stefano Brunori assessore del Comune di Saltara, e dietista Maria Pia Angelotti.

Drudi, Santi e Ricci

In platea fra il pubblico, anche numerosi rappresentanti di istituti scolastici del territorio e istituzioni locali. Al centro dell’attenzione i risultati della recente indagine svolta dalla Cia nell’ambito delle mense comunali, ed in particolare quelle scolastiche, del territorio provinciale. Il caso del Comune di Saltara ha offerto spunti di riflessione concreti su una felice esperienza in atto dal 2009.

 

I dati che emergono sono chiari: “la tendenza è quella di una crescente attenzione da parte sia degli enti locali che della popolazione in genere a un consumo alimentare più sano – illustra Romagnoli – Se da un lato gli enti locali concorrono nel tentativo di migliorare la qualità dei pasti erogati, gli abitanti cercano di scegliere prodotti con determinate caratteristiche, quali freschezza, genuinità, provenienza locale: tutte sinonimo di qualità”. “Finalmente abbiamo le prove – assicura Santi – che anche gli agricoltori sono pronti a reggere la domanda con un’adeguata capacità produttiva, perchè anche grazie alla nostra associazione si sono strutturati e hanno creato sistemi di imprese per raggiungere una massa critica”.

 

L’indagine ha rappresentato la sintesi di una serie di azioni che da tempo la Cia ha messo in campo per promuovere la diffusione di una culturaalimentare consapevoledella biodiversità territoriale. L’obiettivo è duplice: educare le giovani generazioni a sane abitudini alimentari e nello stesso tempo supportare il tessuto produttivo agroalimentare del nostro territorio. A legare insieme le due finalità è l’orgoglio di appartenere a un territorio unico e inimitabile. Continua Santi: “una punta di campanilismo in questo caso ci farebbe bene, come succede nelle regioni confinanti”.

 

Il convegno è stata occasione per un passo storico: l’ufficializzazione di una proposta di legge regionale che la Cia ha elaborato, sull’esempio virtuoso della vicina Emilia Romagna. Legge che intende indirizzare le amministrazioni locali all’utilizzo di almeno il 70% di prodotti tipici locali e biologici nelle mense e nella ristorazione collettiva. “Senza escludere” secondo Santi “anzi, auspicando che ancor prima di arrivare in Regione possa essere già adottata sul locale, come dalla nostra Provincia”.

 

A fugare ogni dubbio l’intervento immediato di Giancarlo D’Anna: il consigliere regionale, seduto in platea, si è assunto pubblicamente il compito di presentare la proposta alla prossima seduta in Regione.

 

La conclusione è di Drudi e Ricci, che hanno rimarcato “il legame fra tutela dell’agroalimentare e sviluppo del turismo, perchè chi arriva nelle nostre località chiede di assaporare l’identità del territorio”. “Preso atto dei grandi progressi fatti negli ultimi anni – chiosa Ricci – ciò che manca è un’approfondita analisi che metta in luce e quantifichi i benefici economici che una sana alimentazione così intesa può avere sulla spesa sanitaria (aspetto finora trascurato dalle indagini). In secondo luogo, per operare dobbiamo partire dalle prossime scadenze in calendario: a giugno terminerà il contratto che riguarda la mensa del Comune di Pesaro”. Un buon esempio che avrebbe certo la sua risonanza.

 

 

 


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