Ricci: «Pd e post elezioni: questo è ciò che penso…»

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4 marzo 2013

PESARO – Si sente in dovere di «ribadire» il suo pensiero post elettorale, il presidente della Provincia Matteo Ricci, «alla luce delle differenti interpretazioni che gli sono state date in queste giorni». Ed è un ragionamento articolato. Che parte dal voto, si snoda sul delicato momento attuale del Paese e delinea una via per il futuro. Vediamolo punto per punto.

Ricci con Bersani, incontri ravvicinati al Marche Day

Ricci con Bersani durante lo scorso Marche Day a Roma

L’analisi del voto. «Il risultato è stato molto deludente – comincia Ricci – sia a livello nazionale che sul piano locale. Il messaggio che Bersani ha voluto dare nella campagna elettorale, incentrato sulla serietà, purtroppo non ha sfondato. Non è una questione di programma: credo che quello proposto dal segretario fosse il migliore per l’Italia. Il problema è che una parte dell’elettorato stremato dalla crisi, oltre alla serietà, chiedeva cambiamento. E oltre alla solidità domandava anche speranza. Purtroppo questa richiesta è stata raccolta per gran parte da un voto di protesta, che ha fatto molto più leva sul rancore. Più volte avevo sostenuto che l’alternativa sarebbe stata tra governo e caos: oggi siamo nel caos». Sullo sfondo, c’è la fotografia del Paese: «L’Italia sta andando a picco: i dati sulla crescita della disoccupazione giovanile al 40 per cento e la diminuzione del Pil del 2,6 nel secondo trimestre del  2012, sono la dimostrazione che l’Italia rischia di cadere nel baratro».

«Sostenere l’azione di Bersani». A maggior ragione considerando il quadro e il momento, per Ricci «occorre sostenere fino in fondo il tentativo che Bersani sta facendo per dare un governo al Paese». No al governissimo: «Non è percorribile l’idea dell’alleanza con il Pdl. L’unica strada fattibile è quella che il segretario Pd sta proponendo in questi giorni: un governo di scopo. Su otto punti che riguardano il lavoro, i costi della politica, la legge elettorale».

«Stanare Grillo sulle sue responsabilità».  La campagna elettorale è finita: «Ora urlare non serve più. Bisogna prendere decisioni. E auspico che questo avvenga in modo democratico». Per cui: «E’ giunto il momento che anche Grillo si prenda le sue responsabilità, visto che i punti proposti da Bersani sono quelli che anche il suo movimento condivide. Se non ci sono queste condizioni, se Grillo continua con il muro, meglio tornare a votare presto».

«Evitare forzature locali». Sbagliato, secondo il presidente della Provincia, scendere adesso sul locale con letture forzate del voto dentro il partito. «Piuttosto occorre concentrarsi su due questioni, che vanno approfondite». La prima: «La crisi ha già cambiato profondamente le Marche e ha allentato la coesione sociale». L’altro tema è il voto giovanile, «spaventoso se visto dal punto di vista del Pd. Anche nel nostro territorio il voto delle nuove generazioni è andato in gran parte su Grillo e altri partiti» Quindi: «Approfondiamo la discussione locale su questi due punti e non schiacciamoci su questioni tutte interne tra gruppi dirigenti».

Alleanza generazionale. Detto questo, Matteo Ricci aggiunge all’analisi un binario parallelo, che deve essere percorso dal Pd. «E’ chiaro che questa legislatura sarà breve. Potrà durare pochi mesi, al massimo un anno. Di conseguenza, contemporaneamente al sostegno a  Bersani in questa fase di transizione, bisogna cominciare ad aprire una fase nuova. Che non può che coincidere con il passaggio di testimone ad una nuova generazione». Si parla di prendere in mano le redini del Pd nazionale. E la base da cui partire c’è già, «in parlamento, nelle amministrazioni, negli enti locali, nelle organizzazioni territoriali. Il rinnovamento non è solo Renzi, ma anche le decine e centinaia di gruppi dirigenti nuovi che nei territori si sono già affermati. Su di loro, in vista del prossimo congresso, si deve costruire un’alleanza generazionale. Con lo spirito di “Rifare l’Italia” di Pesaro, nato come patto e piattaforma larga e aperta a tutte le sensibilità del Pd».

Renzi. «Il sindaco di Firenze è una risorsa fondamentale per il futuro. Con il suo atteggiamento durante le elezioni e la collaborazione data ha raccolto fiducia in tanta parte dell’ elettorato che non l’aveva sostenuto alle primarie. Ora però non è il momento di tirarlo in ballo. Chi lo fa, in questo momento rischia di bruciarlo. E’ sicuramente una risorsa per il governo del Paese che si dovrà valorizzare nel momento in cui sarà chiaro quando e come si andrà di nuovo al voto». Conclude: «Le primarie e le elezioni sono passate: guardare avanti. Si è aperta una nuova fase».

 

 

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