14 marzo 2013
PESARO – Parlare di basket il giorno dopo l’evento che ha fermato il mondo diventa un piacere più grande, dopo avere appreso che Jorge Mario Bergoglio, fino alle 19 di ieri arcivescovo di Buenos Aires, dalle 19,06 in poi Papa Francesco, ama la “baloncesto”, l’ha giocata.
Così, nella saletta riservata agli allenatori della palestra di Baia Flaminia, mentre Andrea Traini si fa “torturare” dal professor Venerandi per tornare in campo ai primi di aprile, coach Zare Markovski parla anche della fumata bianca, poi – tornando a terra, anzi sul parquet – racconta Cantù, avversaria domenica, all’ora di pranzo, della Scavolini.
“Un avversario di prestigio, come dimostra la partecipazione per due anni all’Eurolega, soprattutto quella di due anni fa. Ma noi cercheremo di fare la nostra partita e di vedere cosa potremo ottenere. Il nostro momento fisico è migliorato rispetto a un paio di settimane fa, ma gli infortuni di Amici e Bryan non ci permettono di lavorare come la settimana scorsa. Mi sento di dire, però, che la squadra sta bene”. In ogni caso, l’allenamento odierno è stato anticipato alle ore 14,30, per entrare già in orario partita,ma anche per avere alcuni giovani a disposizione e lavorare con almeno dieci giocatori.
Con la cessione – remuneratissima – di Markoishvili e l’ingaggio, a prezzi contenuti, di Mancinelli, Cantù è una squadra diversa: in meglio o in peggio?
“Sicuramente ha cambiato assetto, rinunciando a un tiratore da 5 a 7 metri da canestro e ingaggiando uno da 5 a 2 metri. Una scelta che è stata giustificata con tanti buoni motivi, anche se io penso che Markoishvili era una bella parte della squadra brianzola. Non a caso da Istanbul sono arrivati, in cambio, tanti soldi”.
Molte squadre hanno cambiato il playmaker: fra queste Cantù, Biella, Avellino, ma anche voi. La vostra è stata una delle scelte più azzeccate.
“Mettiamo a confronto diversi tipi di giocatori: Anderson a Cantù, Rochestie a Biella… Per noi, Stipčević è l’ideale. Confermo, però, che sono abituato a guardare nel mio cortile, e mi va bene così. I pensieri li lascio agli altri”.
Cantù ha recuperato Smith, anche se ovviamente non è al meglio…
“Confesso che io stimo molto Tabu, che sia con l’assenza di Smith sia con l’arrivo di Anderson si è confermato validissimo e ha svolto degnamente il compito di primo playmaker. Grazie a Tabu, Cantù può aspettare tranquillamente il recupero del miglior Smith e guardare serenamente in ottica playoff: hanno pubblico e ambiente in grado di aiutare la squadra e con sfide al meglio delle sette partite sono in grado di dire la loro. Sarà dura per chiunque vedersela con Cantù”.
Sono squadra atletica, con buona predisposizione per il tiro da 3 punti, come dimostrato domenica sera a Cremona.
“Sono soprattutto atletici che ti pressano per 24 secondi contro il tuo canestro. Sono atletici a tal punto che a giochi rotti vanno sul post basso per fare differenza. Il tiro da 3 è un’arma prima di rompere i giochi, anche se concentrato in 3-4 giocatori: un lungo e tre esterni (Leunen; Aradori, Mazzarino e Tabu che insieme producono 125/299 per un buon 41,8%; ndr)”.
Dopo la vittoria su Brindisi è ipotizzabile una settimana ricca di tanta voglia di fare bene…
“Senz’altro, il clima è positivo. Martedì, alla ripresa dei lavori, regnava la massima allegria e tanta voglia di ritrovarci, malgrado le continue problematiche legate agli infortuni…”.
Bryan è recuperabile?
“Speriamo…”.
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