Al San Salvatore una nuova risonanza magnetica

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15 marzo 2013

PESARO – Entro giugno arriverà la nuova risonanza magnetica al San Salvatore. L’apparecchiatura, del valore di un milione e 300 mila euro, andrà a sostituire la tecnologia donata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro nel ’97, e consentirà “indagini diagnostiche che prima non potevamo fare”, come spiega Paolo Coschiera, primario della Diagnostica per Immagini di Marche Nord.

Paolo Coschiera, primario di diagnostica per immagini

E continua: “Si tratta di un apparecchio che in Italia hanno solo 4 o 5 strutture e che, ovviamente, ha una serie di vantaggi: è più veloce nell’esecuzione degli esami, la sua definizione è più elevata ed ha una cavità più ampia che migliora il confort del paziente”.

Tanto per capire meglio, Coschiera fa un esempio: “La precedente tecnologia aveva una risoluzione di circa 3 millimetri. Con la nuova apparecchiatura parliamo di 0,3-0,4 millimetri. E’ evidente che l’immagine è più precisa e ci consente una migliore definizione della diagnosi. In ambito oncologico e neurologico è un grande supporto diagnostico”.

Per consentire l’installazione della nuova Risonanza magnetica, che si concluderà a giugno, da alcuni mesi il primario è impegnato nella programmazione e riorganizzazione del servizio attraverso l’integrazione tra le strutture di Pesaro e Fano, di cui è unico direttore da alcuni mesi. “Dal 18 marzo interrompiamo le attività al San Salvatore mentre al Santa Croce effettueremo tutti i pazienti interni, le urgenze e gli oncologici”.

E per quanto riguarda gli esterni? “Abbiamo fatto un accordo con l’Area Vasta territoriale che ha messo a nostra disposizione un discreto numero di Risonanze magnetiche osteoarticolari . Questo significa che si potrà ancora prenotare dentro Marche Nord, nelle segreterie di Pesaro o Fano, ma la prestazione verrà eseguita in una struttura ospedaliera del territorio (Urbino e Cagli) . Ci vorranno due o tre mesi per terminare l’installazione della nuova apparecchiatura e concludere la fase di formazione degli operatori – chiude Coschiera – ma superato questo periodo di transizione avremo una strumento che aumenterà le nostre prestazioni e offriremo un servizio capace di incidere sulla diagnosi precoce delle malattie oncologiche, neurologiche e cardiovascolari migliorando, con una diagnosi più precisa, l’aspettativa di vita delle persone colpite da malattia”.

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