di Redazione
20 marzo 2013
di Pier Stefano Fiorelli e Ilva Sartini*
FANO – Leggiamo con stupore sulla stampa la presa di posizione di Confartigianato a favore della nuova cittadella commerciale all’ex zuccherificio di Fano e del nuovo outlet a Marotta.
E’ legittimo riconoscere che gli artigiani possano essere interessati a nuovi progetti edilizi in un momento difficile come questo e, da parte nostra, c’è grande rispetto nei confronti della categoria e delle difficoltà che sta attraversando.
Ci sembra, però, che questo rispetto Confartigianato non lo dimostri nei confronti dei commercianti, difendendo a spada tratta opere che metteranno in ginocchio centinaia e centinaia di piccole e medie imprese del territorio. Come dire che il lavoro di una categoria deve essere tutelato a tutti i costi, anche se un’altra categoria dovesse pagarne drammatiche conseguenze.
Confartigianato giustifica la propria posizione dicendo che “lo sviluppo economico è condizione ‘sine qua non’ per la crescita complessiva della comunità”. Ma lo sviluppo economico, tanto per rimanere sulla citazione, non si fa con la ‘mors tua vita mea’: arroccarsi su posizioni che garantiscono lavoro al comparto artigianale, ma portano al fallimento quello commerciale, significa imboccare una strada senza uscita, che di certo non ci porterà fuori dalla crisi.
Sulla Repubblica di oggi un articolo di Jenner Meletti fa un quadro desolante del centro storico di Torino, dove intere vie appaiono svuotate per la chiusura di gran parte delle attività commerciali, anche di grandi marche. I piccoli negozi già soffrono la difficile congiuntura economica in maniera particolare e nuovi centri commerciali ne segnerebbero la fine, con la perdita di centinaia di posti di lavoro, molti di più – lo ribadiamo – di quelli che le grandi cittadelle commerciali sarebbero in grado di assicurare.
Non sottovalutiamo, poi, le conseguenze in termini sociali: una città vuota è una città meno sicura perché con meno presidi e meno vivibile perché priva di servizi. E il turismo? Una città piena di saracinesche abbassate, per quanto ricca di storia e di bellezze architettoniche- non attrae turisti e chi viene a Fano per visitare l’iper o l’outlet non prenota certo un soggiorno in albergo.
A conti fatti, tutto questo non conviene a nessuno. Ecco perché difendere il commercio dall’aggressione della gdo non è difendere gli interessi di una parte a discapito di un’altra, ma è difendere il futuro delle nostre città. Auspichiamo che da parte di tutti, istituzioni ed associazioni sindacali, ci sia la capacità di guardare un po’ più lontano, perché al traguardo della ripresa economica non possiamo che arrivarci tutti insieme.
*Presidente e direttore della Confesercenti Fano
Lascia una risposta