Ugl: “Trasporto sanitario, gli autisti soccorritori attendono risposte”

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25 marzo 2013

da Giacomo Milani, Coordinatore Ugl Giovani Marche, riceviamo e pubblichiamo:

 

PESARO – Ogni giorno sui quotidiani locali si parla di sanità e si discute su come essa debba essere riorganizzata per rispondere alle esigenze del territorio. Proprio a causa della sua riorganizzazione una buona parte del personale sente di dover esprime preoccupazioni sul proprio futuro lavorativo, si parla quindi del personale amministrativo, medico, infermieristico e ausiliario. C’è però un parte dell’organico impegnato nell’ambito della sanità di cui non si parla mai, nonostante per questi lavoratori, esattamente come per gli altri, il futuro sia contrassegnato dall’incertezza più assoluta. Mi riferisco agli autisti-soccorritori del trasporto sanitario della nostra provincia, che da anni oramai, attendono risposte e rassicurazioni sul futuro, infatti, tutto il settore continua a vivere una fase difficile. Credo sia sbagliato considerare questi lavoratori come se fossero di “serie B” o comunque meno meritevoli di attenzioni rispetto ad altri. Oltretutto questa vicenda, sta attraversando una complicatissima fase giudiziaria per i fatti legati al caso della Croce Italia Marche, una delle tre ditte impegnate nel trasporto sanitario, che a causa di ripetute inadempienze e gravi fatti legati ad una gestione irresponsabile, pare non abbia altre prospettive all’ipotesi del fallimento. E’ bene sottolineare che a farne le spese sono i lavoratori, infatti, il mancato pagamento degli straordinari prima e successivamente degli stipendi, per diverse mensilità, ha fatto crescere naturali perplessità sul fatto di non riuscire ad avere quanto dovuto, tant’è vero che si è dovuto ricorrere per vie legali. Nel frattempo, i posti di lavoro dei dipendenti di questa società sarebbero stati salvaguardati da un’ altra società sostituitasi a Croce Italia Marche, quindi, per ora, l’occupazione sarebbe garantita.  Tutto questo ha comunque scaturito un processo di riassetto del servizio che va avanti da circa quattro anni e che sembra essere giunto alla conclusione. Il rilancio del settore, mantenendo i posti di lavoro, darebbe la possibilità a nuovi soggetti come la Croce Rossa Italiana (già impegnata ma solo in una minima parte) e organizzazioni O.N.L.U.S, di poter partecipare in maniera significativa alla gestione del servizio, però non è chiaro quando, i nuovi soggetti, potranno effettivamente prestare servizio. La cosa certa è che ci sono lavoratori che a causa di una serie di avvicendamenti, non hanno potuto continuare ad essere parte integrante del personale dipendente e che, dallo scorso settembre, sono ancora in attesa di un loro reintegro, il quale però, si fa tardivo. Un altro aspetto, senz’altro rilevante, che riguarda appunto il personale forzatamente disoccupato, è quello degli ammortizzatori sociali, i quali sono quasi giunti al termine mentre la situazione si fa sempre più preoccupante. Occorre perciò richiamare la politica affinché si impegni con la ferrea volontà di mettere la parola fine, bisogna farlo adesso e bisogna farlo per i lavoratori, per le loro famiglie ed anche per l’utenza che non deve rischiare di trovarsi di fronte a un disservizio. Le nostre continue richieste di tavoli di confronto, per far fronte a questa situazione, sono state puntualmente disattese. Mi permetterei di affermare infine, senza mezzi termini, che la politica deve far fronte urgentemente alla sua inarrestabile perdita di credibilità, è infatti intollerabile il mantenimento di questa condizione che a causa, appunto, del suo immobilismo, rischierebbe di alimentare ulteriormente quel disagio sociale di recente manifestatosi in tutta la sua grandezza nell’ultima tornata elettorale.

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