di Redazione
4 aprile 2013
da Alessandro Di Domenico, consigliere comunale Pdl, riceviamo e pubblichiamo
Non credo che Pesaro possa permettersi di perdere capacità e volontà imprenditoriale proprio in un momento congiunturale come quello che stiamo vivendo, ed è in queste situazione che bisogna trovare la forza di reagire.
La Politica, chi amministra questo territorio, ha il dovere di saper offrire opportunità per chi vuole investire, o ampliare la propria attività, piuttosto che soffocarlo in un mare di burocrazie e, peggio ancora, nei pantani della politica.
Purtroppo lo spettacolo del “teatrino della politica” del centro sinistra di Pesaro è stato teso a dimostrare tutta la sua inaffidabilità e scarsa capacità ad offrire soluzioni perseguibili.
Oggi ci sono strumenti concreti che possono far conciliare una nuova struttura produttiva con sistemi di compatibilità ambientale, ma non solo: per evitare la speculazione immobiliare basterebbe vincolare l’intervento per almeno 10 anni, approvare il progetto, anche in variante al piano regolatore (che oggi forse non ha più senso), con una relazione socio – economica – ambientale, che non è il misero piano industriale, falso e strumentale, che offra spunti di visioni per il futuro in modo concreto alla comunità.
L’amministrazione può ridurre le superfici industriali, già concesse, pari a quelle previste in variante, rimborsando ICI ed IMU ai proprietari, chiedendolo a chi presenta la variante.
Con chi investe si può valutare che vengano privilegiate le imprese e le professionalità locali, che venga applicata la bioarchitettura e con i principi del risparmio energetico; oppure che venga realizzata un’opera a carattere sociale, insomma di proposte, ed anche sensibilità disposte ad ascoltarle, oggi sono molto di più di quello che ci si può aspettare, ed allora dico, perché non possiamo essere noi stessi a proporre ad investire sul nostro territorio, con quest’ottica, ed attrarre investitori anche fuori dal nostro comune?
E’ giusto che ognuno faccia la sua parte, chi vuole investire deve avere la sua opportunità e convenienza, chi gestisce il territorio deve salvaguardarlo e armonizzarlo nel tessuto socio – ambientale, e chi vive su quel territorio deve poter sviluppare la propria esistenza.
Può sembrare impossibile conciliare questi grandi macro fattori, ma in verità si integrano in simbiosi mutualistica; un territorio deturpato a causa della cementificazione non può garantire né vivibilità, e sviluppo sociale, né, tanto meno, attrattiva per gli investimenti e lo sviluppo socio – economico.
Le preoccupazioni emerse in questi giorni del mondo imprenditoriale per l’impossibilità di poter investire sul nostro territorio, è la misura che dimostra l’incapacità di chi amministra a offrire opportunità concrete e perseguibili a chi vuole credere ancora nel nostro tessuto socio – economico, conciliandolo con le esigenze ambientali e gestionali del territorio.
Pesaro 03 Aprile 2013
Alessandro Di Domenico
Consigliere Comunale P.d.L.
P.S. perché la variante Xanitalia non è una mera speculazione edilizia industriale: continua sotto
1 – l’area agricola in cui vorrebbe costruire Xanitalia è già all’interno di aree industriali e confina con altri capannoni: personalmente non consumerei i prodotti agricoli maturati su quel terreno;
2 – la Ditta ha già un capannone dentro l’area che è considerata agricola;
3 – la costruzione di capannoni su aree agricola che verranno utilizzati dall’azienda stessa non per la vendita degli stessi, non è una speculazione, magari assicurarsi con un vincolo di proprietà per almeno 10 anni;
4 – l’amministrazione comunale può e deve ridurre le aree a destinazione industriale attraverso la riconversione di altre aree; il risarcimento dell’ICI o IMU potrebbe essere chiesto a chi ne ha beneficiato di questa variante;
5 – valutare quale destinazione avrebbero i capannoni che verrebbero abbandonati per valutarne una riconversione, ed anche se si verificasse un plus valore, il comune potrebbe trarne vantaggio con un aumento degli oneri o del cambio di destinazione d’uso;
6 – con la variante si possono chiedere interventi urbanistici e architettonici di qualità, a basso impatto ambientale e con la produzione di energia elettrica con fonti rinnovabili.
Forse se la finissimo con i pregiudizi, l’invidia e la gelosia, si potrebbe innescare una serie di azioni virtuose che potrebbero far risorgere Pesaro e il suo distretto artigianale e industriale, oggi, in un graduale, ma inesorabile, declino, che potrebbe morire in una lenta eutanasia.
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