di Redazione
10 aprile 2013
PESARO – Una lunga intervista rilasciata al Manifesto: Matteo Ricci, catalogato alla voce “giovane turco” (ma con qualche asterisco) del Pd, analizza l’attuale situazione politica.
A partire dal Governissimo: “Il governissimo è impossibile, il fattore Berlusconi non rende normale la destra italiana e lui è inaffidabile: abbiamo già dato con l’esperienza Monti: quando gli è convenuto si è sfilato e ha fatto campagna contro. Chiunque abbia buon senso e a cuore l’Italia non si augura di dipendere dall’umore di Berlusconi”.
Un tweet del presidente, in mattinata, ha rimarcato poi l’esclusione di Matteo Renzi dalla rosa dei Grandi elettori toscani del Presidente della Repubblica. Testuale: “Una cazzata”. Ricci ha parlato poi di cretinata “non aver nominato il sindaco di Firenze fra i Grandi elettori”
Puntuale, i giorno prima, la domanda sul Manifesto: Ricci, la pensa come Renzi? Nei palazzi si è perso tempo? “Il tentativo di Bersani è stato giusto. Ha dimostrato agli italiani che se Grillo avesse fatto nascere il governo, Berlusconi ormai sarebbe marginale. E le cose che Grillo ha urlato nelle piazze come cose da fare, alle prossime elezioni toccherà a noi urlarle nelle piazze, per dire che non le abbiamo fatte per l’irresponsabilità di Grillo. Il tentativo Bersani è stato giusto, ma se le cose restano così, oltre non si può andare. Le vie sono tre: uno, il nuovo presidente manda in aula Bersani, cosa che Napolitano avrebbe potuto fare, e si vede. Due, si vota a giugno. Tre, si fa un governo di scopo, sostenuto anche dal M5S, per pochi interventi urgenti per l’economia e la legge elettorale; e si vota a ottobre. Stavolta la maggioranza non ce l’ha Berlusconi, che voleva tenersi il porcellum, com’era durante il governo Monti. Una cosa è trovare 30 voti per la fiducia, un’altra trovarli su una buona legge elettorale. Comunque andare oltre l’autunno sarebbe un governissimo. Ci punta Grillo, per strillare all’inciucio”. Renzi premier? “C’è una generazione nuova in campo: il 70 per cento dei parlamentari è alla prima legislatura e in più ci sono tanti amministratori pronti a diventare protagonisti del cambiamento. In questo passaggio Renzi ha appeal nell’opinione pubblica. Ma il prossimo leader dipende dalla linea politica. Noi ’rottamatori di sinistra’, per capirci, alle scorse primarie abbiamo scelto Bersani perché ci ha convinto la sua linea politica. Vedremo se la linea Renzi ora sarà diversa. Vedo bene una discussione più stretta con Sel. Ma il Pd deve allargarsi, con il 25 per cento non si governa. La linea e il leader li sceglieranno gli elettori alle primarie. Certo è che si riparte da una nuova generazione, e dagli amministratori che in questi anni hanno avuto a che fare tutti i giorni con la crisi sociale, con i bisogni crescenti e le risorse calanti. Questo ha forgiato una nuova classe dirigente che sa meglio cosa serve all’Italia. Il Pd deve passare da partito della serietà e responsabilità a quello della speranza. Sto con Renzi? Io vengo da sinistra. L’esperienza di ’Rifare l’Italia’ è nata qui a Pesaro. Ma vedo molti giovani che non si riconoscono nelle aree aggregate fino ad adesso. Non possiamo guardare al futuro con l’impostazione delle primarie del 2009. Il nuovo capo dello Stato? Sarà una donna? Un bel segnale. Molto meglio di figure che fanno politica in prima linea da trent’anni. Emma Bonino, per esempio? Non mi sembra una figura unificante.
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