Gioconda, colpi di pennello o colpi di scena?

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18 aprile 2013

di Francesco Pierucci 

URBINO – Continua a far parlare di sé l’opera, probabilmente la più importante realizzanta dal grande maestro fiorentino, Leonardo. Non la più importante per tecnica o maestosità ma per il magnetismo, per l’allure che emana, per la nebulosa di esoterismo nella quale è avvolta. La Monna Lisa o forse meglio la Gioconda, contesa da secoli con la Francia (fu portata in territorio gallico dallo stesso artista nel 1516 venduta, poi a Francesco I assieme ad altre opere per la somma di 4000 ducati d’oro).

Ora, dopo studi dettagliati e certosini, realizzati dallo storico Roberto Zapperi, spinto dalla professoressa Olivia Nesci, e con la collaborazione docente Anna Falcioni, dopo un intenso scartabellare di antichi documenti,nascosti negli archivi più remoti, possono affermare che la meravigliosa creatura raffigurata da Da Vinci è l’urbinate Pacifica Brandani e lo sfondo è quello del ferritorio urbinate, scoperto, con l’ausilio di Rosella Borchia, artista e naturalista.

Per quale motivo il grande genio, di Leonardo di Ser Piero da Vinci ha ritratto proprio la dama urbinate? Dalle ricerche (documentate nel libro di Zapperi, Monna Lisa addio, 2012, edizioni Le Lettdre) è emerso che Giuliano De Medici, amante delle belle donne, intrecciò una relazione amorosa con la Brandani, ospite di Federico da Montefeltro per ben quindici anni. Una volta tornato a corte, il figlio di Lorenzo il Magnifico, commissionò a Leonardo, che era a suo servizio il quadro.

Non sapremo mai con estrema esattezza a chi appartiene l’identità della Gioconda, tantomeno se sotto l’olio dei colori sia nascosto il volto del genio toscano ,una cosa è sicura: questa storia sarà un buon asso nella manica che Urbino dovrà sapersi ben giocare, per aumentare le possibilita di candidatura a Capitale della Cultura Europea 2019; magari con un’estemporanea del quadro, proprio nella Galleria Nazionale delle Marche, dove tutto alla fine del 1400 ebbe inizio.

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