di Redazione
19 aprile 2013
PESARO – Il diritto di cronaca e il rispetto dei minori, i social network e i rischi della rete, gli adolescenti nel grande e piccolo schermo: se ne discuterà al convegno “La violenza mediatica sui minori”, domani sabato 20 aprile alle ore 16.30 a Pesaro promosso da sette Club Lions (Pesaro Host, Pesaro Della Rovere, Gabicce Mare, Fano, Urbino, Pergola e Senigallia).
Ai lavori, che si terranno nel Salone Metaurense della Prefettura, in piazza del Popolo, interverranno Enzo Iacopino, presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Licia Califano, componente dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali Lella Mazzoli, docente dell’Università di Urbino, Maarten van Aalderen, presidente dell’Associazione stampa estera, e Miela Fagiolo D’Attilia, giornalista e scrittrice. Il convegno sarà aperto dal prefetto Attilio Visconti.
Il presidente dell’Ordine nazionale dei giornalisti Enzo Iacopino analizzerà l’aspetto deontologico dell’informazione capovolgendo quello che normalmente viene definito il diritto di cronaca. In realtà il concetto va modificato in “dovere di cronaca”, perché il diritto spetta ai cittadini ed è quello che di essere informati. Correttamente informati.
“E il primo dovere del giornalista – spiega Enzo Iacopino – è coniugare il rispetto per la verità con il rispetto per le persone”. Soprattutto se si tratta di minori, di fronte al quale il dovere di cronaca dal 1990 trova una precisa autoregolamentazione.
Ma come si comporta l’informazione fuori dall’Italia nei confronti del minore? Lo prenderà in considerazione Marten van Aalderen, giornalista olandese, presidente dell’Associazione stampa estera, che raccoglie gran parte dei corrispondenti stranieri in Italia. E sarà portatore di un racconto emblematico: cioè come i massmedia possono trattare i minori nei Paesi Bassi quando sono coinvolti in qualche tragedia. “Siamo proprio sicuri – si chiede – che i paesi nordeuropei sono sempre un esempio da seguire, come a volte si pensa in Italia?”
Va considerato che la Carta di Treviso, il documento deontologico che tutela i minori in Italia, non ha precedenti in Europa.
Sui minori e la violenza in Rete si focalizzerà l’intervento di Licia Califano, componente Autorità Garante per la protezione dei dati personali. “I social network – spiega – rappresentano oggi uno straordinario strumento a disposizione dei giovani per dialogare, scambiarsi opinioni, cercare informazioni, esprimere idee ed emozioni, essere in contatto con il mondo. Ma quando i social network, come avviene con il fenomeno del cyberbullismo, vengono usati per umiliare, offendere, denigrare i coetanei, queste potentissime forme di comunicazione e condivisione si trasformano in strumenti di abuso e violenza, mostrando in maniera drammatica un lato oscuro della rete che dobbiamo imparare a conoscere, prevenire e combattere”.
Ancora uno sguardo ai nuovi media, in particolare ai miti e rischi della rete. Ne parlerà Lella Mazzoli, direttore del Dipartimento di Scienze della comunicazione e discipline umanistiche dell’Università Carlo Bo di Urbino oltre che direttore dell’Ifg, la scuola di giornalismo di Urbino. “Parlare di rete e giovani generazioni – anticipa – vuol dire concentrare l’analisi su come si formano le loro menti e la loro conoscenza e perciò la futura opinione pubblica. I giovani sono particolarmente esposti a tutto ciò che passa nella rete più di quanto ricevono dai media mainstream. A mio parere per parlare di internet occorre un inquadramento storico e sociale. Per questo ho suddiviso la breve (Internet arriva in Italia nei primi anni ’90 e si diffonde agli inizi del 2000. Sono davvero pochi anni!) ma velocissima vita della rete in tre fasi: la prima che chiamo dell’entusiasmo e del sospetto: non si conoscevano in modo approfondito le sue potenzialità e non si avevano grandi competenze d’uso; la seconda dello scetticismo: contraddistinta da rischi di isolamento (in cui si riflette sul rapporto fra mondo on line e off line) e omofilia (ovvero la tendenza a seguire persone che la stessa visione delle cose); la terza o fase matura: fortemente partecipativa aperta a interazioni dal basso”.
Non mancherà infine una riflessione su altri schermi: dal pc al cinema fino alla televisione. E Miela Fagiolo D’Attilia, scrittrice e giornalista, autrice di diversi libri sui media e minori solleverà alcuni interrogativi, ai quali poi risponderà nel corso dell’intervento. “Perchè – chiede – si vedono in televisione tanti film con contentuti inadatti ai minori, un po’ in tutte le ore della giornata, anche all’ora di pranzo, nel primo pomeriggio o in prima serata? E la normativa vigente tutela davvero i minori dal rischio di incorrere nella visione di scene che possono turbare anche gli adulti? A chi inoltrare proteste per scene o programmi sgraditi? Pochi in Italia sanno che esiste la commissione di revisione cinematografica presso il Ministero dei beni culturali in cui ogni film viene valutato prima di entrare nel circuito delle sale cinematografiche.In base alla vecchia legge Mammì un film con divieto ai 18 anni non può andare in onda, con il divieto ai 14, solo in seconda serata, senza divieto, in qualunque fasdcia di palinsesto.Perchè l’impegno dei rappresentanti di associuazioni di genitori presenti in commissione non riesce a fermare la valanga di trash che ormai ha inveso tutti i canali della comunicazione? Nel mio intervento cercherò di mettere in luce i criteri di un parental guidance attento e informato per i genitori di bambini e adolescenti”.
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