Agguato con l’acido, arrestato uno dei due sicari

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27 aprile 2013

PESARO – I carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Pesaro hanno individuato e tratto in stato di fermo uno dei due sicari albanesi che la sera del 16 aprile, hanno aggredito malvagiamente l’avvocato 35 enne pesarese Lucia Annibali, sfigurandola al volto e accecandola con il vetriolo.

La donna, al rientro presso la sua abitazione, una volta entrata nell’appartamento, era stata aggredita e ferita gravemente al punto di essere trasportata nel corso della notte al centro grandi ustionati dell’ospedale universitario di Parma. I carabinieri, nella stessa notte arrestarono quale mandante del ferimento, il collega avvocato della vittima Varani Luca, respinto da tempo dalla donna che non intendeva continuare la relazione ormai terminata con il professionista, mai rassegnatosi a questa decisione divenuta per lui vera ossessione. Lo sviluppo delle indagini guidate dal Procuratore della Repubblica di Pesaro Dott. Manfredi Palumbo e dal suo sostituto Monica Garulli, ha portato i carabinieri ad individuare i due sicari albanesi, che secondo l’ipotesi investigativa dietro compenso di denaro, si sarebbero materialmente resi autori del feroce agguato; il primo dei due è stato catturato, si chiama Precetaj Altistin, 28 enne pregiudicato di Scutari, localizzato dai carabinieri dopo una lunga caccia all’uomo in un casolare vicino Novilara e in attesa di scappare all’estero. L’autorità giudiziaria ha convalidato il suo fermo disponendo la sua custodia in un carcere diverso da quello in cui è ristretto il mandante Luca Varani. Il Precetaj è stato inchiodato da alcune immagini rintracciate dai meticolosi sopralluoghi degli investigatori dell’Arma riferite alle riprese di una telecamera di sicurezza che lo hanno immortalato in compagnia di un secondo soggetto anche lui albanese, ritenuto complice materiale dell’azione criminale, pochi istanti prima del suo verificarsi. I carabinieri sono sulle tracce di un terzo criminale, materialmente ritenuto il più pericoloso, attivamente ricercato in Italia e all’estero, dove non si esclude possa tentare di espatriare. Porti, aeroporti e servizi di polizia stradale, sono in possesso delle sue foto segnaletiche.

 

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