La Vuelle in serie A2? Meglio non essere schizzinosi

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14 maggio 2013

Enzo Amadio

PESARO – Chi ama la marcia – nel senso di disciplina dell’atletica leggera – non può che essere favorevole all’appuntamento. Soprattutto se accompagnato da sincera passione. Il problema è che spesso, nel mondo che circonda lo sport, la memoria è corta. E i precedenti insinuano più di un dubbio.

Un amico mi ha chiesto, stamattina, se – più da appassionato che da giornalista – parteciperò alla camminata organizzata domenica 19 maggio, nel 25° anniversario del primo scudetto, per salvare la Victoria Libertas, per salvare il basket. No, ho risposto. Eppure lo scorso anno lanciai l’idea della sottoscrizione popolare per aiutare la Vuelle. A distanza di un anno vorrei ringraziare ancora chi partecipò alla raccolta, che fruttò circa 10.000 euro. Davvero poco rispetto alle speranze, alle aspettative. La conferma che – a parole – tutti vorrebbero fare la propria parte, ma nei fatti i risultati sono evidenti. Tanto ci pensa Valter! E’ evidente che senza la famiglia Scavolini, che ci ha fatto vivere almeno trent’anni a caviale e champagne, ci si deve accontentare di un pezzo di pane, anche senza companatico.

Con la famiglia Scavolini è stato possibile sognare. Senza il suo intervento, bisogna essere realisti e accontentarsi.

Stamattina, leggendo il Resto del Carlino, sono rimasto sorpreso dalla frase di un tifoso: “La serie A2? L’avremmo accettata se fossimo retrocessi sul campo, non l’accettiamo invece se scelta di proposito, per l’inadempienza di qualcuno”. E di chi sarebbe l’inadempienza? Di Valter Scavolini che resta “solo” nel Consorzio?

L’affermazione riporta al passato, all’arrivo di Amadio, alle feste in piazza, alle presentazioni in pompa magna dei nuovi giocatori, agli applausi riservati al nuovo proprietario. Ricordate? E poi alla marcia, qualche anno dopo, contro Amadio che stava disintegrando la Vuelle. Una doppia marcia, prima a favore, poi contro Amadio. Ma “questa volta il pubblico deve rispondere in massa, altrimenti non potranno più piangere se spariremo” ha aggiunto il tifoso. Il romanticismo cozza con la realtà: la Vuelle sparirà se non arriveranno i soldi, non se alla marcia ci saranno pochi tifosi… E comunque la partecipazione non dovrebbe mancare, visto che è annunciata anche quella dei Balusch, i tifosi della Robursport, alle prese con lo stesso problema, se è vero che, commentando la nostra intervista a John Ebeling, direttore sportivo della Vuelle, il presidente Giancarlo Sorbini ha mandato il seguente sms: “Noi facciamo programmi ma rischiamo di sparire ugualmente”.

Ritornando all’affermazione del tifoso sul no alla serie A2, meglio non fare gli schizzinosi, ricordando che – “grazie” all’osannato Amadio – la Vuelle sparì e solo la  vitale presenza della Falco della famiglia Vellucci consentì di ripartire dalla terza serie e di ritornare, in due sole stagioni, in A1. Ma anche questo accadimento è stato cancellato dalla memoria collettiva.

4 Commenti to “La Vuelle in serie A2? Meglio non essere schizzinosi”

  1. Mullin scrive:

    Che ruolo rivesti in società quando c’era Amadio?

  2. enrico scrive:

    Murgia ,te ti devi curare ,e non poco … perchè sparare sul pubblico di Pesaro che è sempre il più presente d’Italia ,solo perchè alla “Colletta” si è raccolti solo 10mila Euro non mi sembra giusto ,io sono uno di quegli appassionati dalla nascita della Vuelle e sono disoccupato e faccio la fame,pensi che mi dava gusto dare i soldi? allora quando fai degli articoli,devi sapere che ti rivolgi anche ai 10mila spettatori della semifinale scudetto dell’anno scorso ,per cui sciacquati la bocca ,o almeno pulisciti le mani,come preferisci.

  3. Riccardo maccaroni scrive:

    Murgia parli dei tifosi senza citare i nomi (che ci sono) hai fatto la colletta e non hai avuto riscontri quindi ora devi demolire qualsiasi iniziativa invece di essere propositivo!!
    Comunque meglio così!! Almeno i disfattisti come te si eliminano da soli!!!
    Bedagi’!!!!!

  4. Daniele scrive:

    Davvero incredibile questa arrendevolezza … tanto incredibile che potrebbe dare luogo a sospetti non ben identificati oppure ad una malsana crisi distruttiva dell’ identità cittadina… accontentarsi del meno peggio è la strada che porta alla sconfitta definitiva di una città e non solo del basket perchè se il il basket vuol dire che sono in corso altre emergenze ben più importanti che presto batteranno cassa … è davvero inquietante leggere articoli giornalistici di questo tipo anche perchè questa peculiarità poteva essere un traino e non un peso … una piazza come Pesaro che invece di guardare avanti a grandi realtà provinciali come Sassari dovrebbe girarsi indietro rinunciando ad una posizione acquisita con grandi sacrifici e passione da parte di imprenditori (scavolini ed anche vellucci), dirigenti (montini compreso) e tifosi a favore di un autoretrocessione sconcertante sul piano psicologico. Se questo si chiama giornalismo allora avete sicuramente perso la fiducia di qualsiasi lettore. Il giornalista dovrebbe convogliare sensibilità intorno ad un’emergenza non favorire la distruzione di un’identità peculiare di una città.

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