23 maggio 2013
PESARO – Forse alla fine ha avuto ragione la Legabasket, scegliendo di far disputare già dai quarti di finale questi playoff con le serie al meglio delle sette partite, con ben tre sfide su quattro che sono arrivate alla “bella”, garantendo pathos e spettacolo agli spettatori neutrali, come possono essere quelli della Vuelle, ed esaltando o facendo arrabbiare chi questi match li ha vissuti sulla propria pelle (chiedere a Sassari e Milano). Tranne la sfida tra Varese e Venezia, risolta in fretta dalla capolista, tutte le altre tre semifinaliste hanno dovuto sudare le proverbiali sette camicie per passare il turno ed entrare nelle magnifiche quattro, garantendosi così un posto nelle coppe europee, con il Banco di Sardegna che non ha saputo sfruttare il fattore campo fino in fondo, anche se onestamente per vincere gli scudetti in Italia non basta solamente affidarsi ad un attacco da 90 punti a serata, ma servono difese arcigne ed una maggiore attenzione nei secondi finali, se è vero che le quattro sconfitte sono arrivate tutte con margini minimi, con il tiro della vittoria o dei supplementari colpevolmente fallito da Travis Diener e compagni, onore a Cantù che ha saputo venir fuori da uno stato di crisi, ricompattandosi intorno a coach Trinchieri e bisogna fare i complimenti anche a Marco Calvani che ha portato Roma in semifinale e in Europa con una squadra di medio livello, con Gigi Datome protagonista assoluto.
La serie più attesa era certamente quella tra i campioni d’Italia di Siena e l’Armani Milano, dove non sono mancate polemiche e accuse reciproche, con le due squadre brave a dar vita ad incontri anche spettacolari, dove l’agonismo non è mancato, come le grandi giocate individuali, il dualismo tra Daniel Hackett e Alessandro Gentile verrà buono quando i due si ritroveranno in Nazionale da compagni di squadra, ma il pesarese si è dimostrato maggiormente decisivo, disputando una gara sette da grande campione, Milano ha onestamente buttato via un’occasione forse irripetibile di tornare a vincere lo scudetto, in un’annata nella quale aveva il roster nettamente più completo delle avversarie, ma Scariolo non è mai riuscito ad indirizzare il gruppo nella stessa direzione e la sua avventura in Lombardia si è conclusa tra rimpianti e polemiche.
Si ricomincia già da venerdì sera con la sfida tra Roma e Cantù, in questi playoff che continueranno a vedere le squadre scendere in campo ogni 48 ore con la formula 2-2-1-1-1, anche per queste semifinali analizziamo le quattro formazioni rimaste, cercando di azzeccare il pronostico, impresa riuscita solamente a metà nei quarti di finale.
ACEA ROMA (Terza) – LENOVO CANTU’ (Settima)
Pronosticare Roma in semifinale ad inizio campionato ci sarebbe valsa la qualifica di preveggenti, perché onestamente l’Acea non era nel lotto delle pretendenti al titolo e Marco Calvani si è preso parecchie rivincite su coloro che lo vedevano solamente come un buon vice allenatore in un grande team, certamente avere tra le proprie fila Gigi Datome (19 punti e 5.5 rimbalzi le sue medie nella serie contro Reggio Emilia) è un valore aggiunto, ma la crescita di Lawal e Jordan Taylor non era così scontata e anche l’ultimo arrivato Bryan Bailey si è dimostrato utile, specialmente in fase difensiva. Roma non ha avuto vita facile contro una sorprendente Trenkwalder e nelle sconfitte è apparsa troppo arrendevole dopo aver preso un break, per passare il turno dovrà spremere tutto il possibile dal quintetto titolare e sperare che la panchina produca punti e rimbalzi nei momenti importanti, i capitolini giocheranno sicuramente con la mente sgombra di chi sa di essere andato oltre le previsioni, ma attenti prima di dare per battuti una squadra che ha saputo sorprendere tutti finora.
La Lenovo sembra essersi ritrovata giusto in tempo per i playoff e ha dato vita ad una serie contro Sassari, splendida per intensità agonistica e voglia di vincere, anche se dovrà migliorare tanto in difesa e a rimbalzo per sperare di approdare in finale, in un campionato di medio-basso livello come quello attuale, hanno fatto bene i team che si sono rinforzati per questi playoff e l’innesto di un buon realizzatore come Joe Ragland (15.3 punti con il 43% da 3) è servito tantissimo a Cantù per compensare l’inesperienza di Jonathan Tabu e per far riposare capitan Mazzarino, sempre micidiale quando il fisico lo sorregge, servirà trovare un pacchetto lunghi di maggior impatto, dove Cusin e Leunen continuano ad andare a corrente alternata e Alex Tyus diventa pericoloso da schierare nei minuti finali con la sua bassa percentuale dalla lunetta, ma la crescita di Pietro Aradori fa ben sperare coach Trinchieri che sembra aver ritrovato la fiducia dell’ambiente e la compattezza del gruppo.
GLI UOMINI CHIAVE:
Gigi Datome e Jordan Taylor per Roma
Maarten Leunen e Pietro Aradori per Cantù
IL PRONOSTICO:
Roma ha dalla sua il fattore campo, ma vincere al Pianella sembra una missione impossibile, Cantù ha una panchina più lunga con uno straniero che a rotazione dovrà rimanere in tribuna e giocando ogni 48 ore, sarà un fattore probabilmente decisivo, l’Acea per arrivare in finale dovrebbe giocare quattro partite perfette, obiettivo che sembra al di sopra delle sue possibilità, se i giocatori della Lenovo continueranno a remare tutti dalla stessa parte, i brianzoli potrebbero ritornare in finale dopo tanti anni.
Roma – Cantù 2-4
CIMBERIO VARESE (prima) – MONTEPASCHI SIENA (quinta)
Varese ha passato il turno senza grossi patemi, regolando Venezia in cinque partite con la sicurezza di chi è conscio della propria superiorità, in grande crescita Dusan Sakota, sempre più determinante con il suo tiro mortifero e Adrian Banks sta dimostrando di essere pronto per i grandi palcoscenici. Con Dunston che si sta confermando il miglior centro della Lega, la Cimberio può farsi rispettare sotto canestro dove Polonara continua a volare sopra il ferro e Dejan Ivanov non fa mai scendere l’intensità in ogni lato del campo, coach Vitucci è bravo nel far ruotare i suoi dieci titolari con regolarità e il pubblico varesino sembra credere sempre di più nella possibilità di compiere una grande impresa.
Guai a dare per morta la Montepaschi che quando sente l’aria dei playoff si trasforma e ritrova quel carattere vincente che non si compra con milioni di euro, ma si guadagna sul parquet in tanti anni di battaglie e successi, Milano aveva messo insieme tanti buonissimi giocatori, ma non ha mai trovato la chimica giusta e chissà che il presidente Prioli non si sia pentito di aver lasciato andare via Rok Stipcevic, affidandosi all’incostante Marques Green, Siena ha trovato in Daniel Hackett l’uomo al quale affidarsi nei momenti più caldi dell’incontro e David Moss sembra al top della condizione fisica, per andare in finale servirà un Bobby Brown maggiormente costante e la consueta affidabilità di Carraretto e Ress.
GLI UOMINI CHIAVE:
Bryant Dunston e Dusan Sakota per Varese
Benjamin Eze e Daniel Hackett per Siena
IL PRONOSTICO:
Delle due semifinali, questa sarà la più spettacolare e combattuta, con Siena che non vorrà abdicare e cercherà di mettere in difficoltà i perfetti meccanismi offensivi della Cimberio, ma Varese sembra pronta a confermare tutto quello di buono espresso in questi sette mesi e Siena non sembra possedere l’antidoto per fermare Dunston, probabilmente i sei volte consecutivi campioni d’Italia della Montepaschi ci smentiranno, ma crediamo nella possibilità per Varese di approdare in finale.
VARESE – SIENA 4-2
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