di Redazione
30 maggio 2013
SANT’ANGELO IN LIZZOLA – Si avvicina il 2 giugno, festa della Repubblica italiana. L’amministrazione comunale di Sant’Angelo in Lizzola ha inviato una nota che pubblichiamo integralmente:
2 GIUGNO 2013
FESTA DELLA REPUBBLICA
Il 2 giugno 1946 gli italiani votarono in massa (l’89 per cento) per scegliere la forma dello Stato ed eleggere l’assemblea che dovrà poi elaborare la Costituzione democratica. La repubblica ottenne il consenso di oltre il 54 per cento degli elettori, per la monarchia si esprime poco meno del 46 per cento. La monarchia che aveva guidato il processo di unificazione nazionale scompariva anche per le responsabilità assunte rispetto al regime fascista e alla disfatta del paese. Iniziava un periodo nuovo nella storia dell’Italia, che diventava una repubblica democratica.
Il 2 giugno è una celebrazione che è giusto rinnovare, perché è sempre bene che un Paese si fermi a ricordare le proprie basi, le ragioni della sua convivenza, con convinzione e fermezza. Il 2 giugno 1946 cioè 67 anni fa, gli italiani scelsero la Repubblica. Una scelta che ci ha consegnato il Paese fondato sui pilastri della libertà e della democrazia. Gli italiani si sentirono, per la prima volta nella storia, artefici e protagonisti del proprio presente: questo e’ la democrazia. Quel 2 giugno gli italiani indicarono anche chi avrebbe dovuto redigere la legge fondamentale della Repubblica, la Costituzione. Su tale straordinario documento è imperniato l’intero nostro sistema che, nonostante difficoltà, ostacoli, frenate, incertezze, rimane tra i più liberi e democratici del mondo, con un’alta qualità dell’apparato istituzionale e una condivisa sensibilità nella vita sociale. La Costituzione e’ la nostra bussola e bisogna ricordare al modo con cui i Costituenti la scrissero: superando, nella dialettica e nel confronto, i particolarismi e le tentazioni di divisione.
Tuttavia la Costituzione ha bisogno di aggiornamenti e adeguamenti che la rendano più aderente alla modernità dei tempi e alle mutate condizioni sociali e civili. E’ necessario che essa indichi la strada sulla quale inserire gli impegni cui siamo chiamati per rispondere a nuove sfide: alla globalizzazione dei mercati, ai flussi migratori, alle innovazioni tecnologiche, produttive e infrastrutturali, al cambiamento radicale del mercato del lavoro e alle profonde mutazioni avvenute nella società, nei rapporti, negli indirizzi economici, negli stili di vita, nelle attese delle generazioni, nella percezione delle istituzioni. Ma essa rimane una guida, un punto di riferimento inalienabile. E’ compito delle istituzioni, anche in momenti di particolare difficoltà economica e sociale come quelli che viviamo, anzi soprattutto in tali circostanze, sostenere tutto ciò. Il Governo nazionale e le articolazioni locali, devono far giungere un concreto sostegno innanzitutto a chi vive con minore difesa la difficoltà delle condizioni di vita. E questa è la risposta più autentica ed efficace alla pericolosa deriva in cui rischia di farci incamminare l’antipolitica. Il Paese ha bisogno di guide, e deve riconoscere alla classe dirigente, quando questa sa dare prova di sé, il ruolo che si assume. L’antipolitica è un male che mina alle radici la democrazia. La Festa della Repubblica, commemorazione storica e occasione di riflessione, offre l’opportunità per riproporre a tutti l’importanza della rappresentanza, e per dire a noi che ricopriamo ruoli e compiti istituzionali, il valore di ciò che siamo e che facciamo.
L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE
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