di admin
23 giugno 2013
PESARO – Raffaele e Oana sono a pochi chilometri da Lourdes. Purtroppo, il centro ai piedi dei Pirenei, meta di milioni di pellegrini che arrivano da tutto il mondo, è alluvionata. Ma lasciamo che sia Raffaele a raccontarci tutto…
Il Pony Club di Vigulet non mi piace molto. Spiego a quelle ragazze che occorrono ad Oana 2 chilogrammi di mangime al giorno e fieno a volontà e che ritornerò il martedì e preciso che, ovviamente, saranno pagate. Chiedo anche del maniscalco. Poi prendo il mio cilindro da sella, lo riempio di ciò che mi serve e mi incammino verso Tolouse, passando per Ramonville. Cerco una camera per una doccia e riposare, ma gli hotel o sono completi o non mi accettano.
Si dorme nella zona industriale dopo una buona cena in un ristorante. Frugo nella spazzatura per trovare dei cartoni su cui dormire. La mattina prendo il metro e arrivo nella grande città. Poi il treno per Lyon, dove rimarrò con amici francesi fino a martedì mattina. In quei giorni incontro diversa gente, di differenti nazionalità. Con Jeaude parliamo di Corano e Vangelo e riesco a trovare diversi punti in comune. Ci sono Verità che ancora non conosco o comprendo male. Di sicuro se gli uomini si fermassero a parlare troverebbero diverse risposte. Conosco un uomo di colore che lavora alle ambasciate e parla sette lingue; un ragazzo che ha lavorato per Mediaset; Tony che conosce Valentino Rossi e il patròn della Ferrero; mi trattengo con alcuni clochard, senza casa…
Martedì 18 giugno. Come promesso alle 14 mi vedo con Baptiste alla stazione di Escalquense. Sto pensando a Oana. Dopo aver conosciuto la famiglia di Baptiste e i suoi cavalli andiamo da Vigulet. Trovo la cavalla magra e infreddolita, nel fango di tre giorni di pioggia e freddo. Decidiamo di portarla a casa di Baptiste. Si ritorna con il trailer e la carichiamo sotto altra pioggia. Inutile narrare del comportamento al limite del ridicolo della socia di Patricia, Alexandra. Naturalmente, Oana di mangime non ne ha visto e di fieno, chissà… Da Baptiste le togliamo di dosso il fango e la scuderizziamo in un box caldo. E’ triste vederla così. Non e’ stata mai così deperita nemmeno durante il viaggio. La notte piove ancora, di continuo; io e Baptiste siamo contenti di saperla al sicuro. Lourdes, più a sud, è alluvionata. Moralmente, sono a terra. Andiamo a trovare il padre di Clara, mi porta ad acquistare alcune carte topografiche e alla notte faccio una dormita magnifica. La mattina le rimetto il ferro posteriore sinistro, poi carichiamo Oana sul trailer e attraversiamo la periferia trafficata di Toulouse fino a Leguevin. Da lì riparto a mezzogiorno per il mio viaggio, sotto nuvole cupe, con un cavallo magro, con la sensazione di essere finito in una parte di mondo che non riconosco più, con Baptiste che sento triste per quella sua particolare sensibilità. Gli lascio come ricordo il ferro consumato di Oana.
A L’Isle St.Jordain ritrovo un poco del senso del viaggio grazie alla cordialità della gente. Devo abbandonare il sentiero perché la Via é allagata in più posti. Dappertutto acquitrini, fiumi e torrenti in piena, sciami di zanzare. Alla sera trovo erba accanto a uno stretto capanno agricolo malmesso. Dormo tra i sedili di un grosso trattore a ruote…
Giovedì 20 giugno. Il cielo alterna grigio pesante a sereno e riesce a non piovere per tutto il giorno. Febbre, influenza, herpes e debolezza generale. Forte umidità nell’aria e si lasciano le zone acquitrinose dove passa la Via e si attraversa la simpatica Gimont. A sera il Centro Equestre a Pavie mi ricorda molto Sebastian e Annie di Rousset e preferisco accamparmi al campo sportivo. Il paese è desolante e appare vecchio. Pochi negozi e una chiesa non invitante.
La mattina del 21 è piovosa. Prendo tachipirina e me la svigno. Questo giorno significa superare il mio primato: quello del viaggio a cavallo più lungo: 74 giorni, il Lungo Viaggio Celebrativo del Giubileo. Padre Pio, Assisi, Roma, il Vaticano. All’epoca eravamo in due, io e Ferdinando Raggi, sovrintendente di polizia.
Il territorio appare bello anche sotto la pioggia, figurarsi immaginarlo con il cielo pulito. A l’Isle de Noe’ gusto un caffè e una birra assieme al gentile proprietario, Patrick. Mi sconsiglia la Via per gli allagamenti e, grato delle informazioni, riparto alla volta di Montesquiou. Tramite Yannicke il Responsabile del Turismo Equestre per il Sud Ovest della Francia mi indica il Pony Club Cavale en Erbe per fermarmi. Però sono 6 chilometri e in un luogo lontano dalle necessità cittadine. Infatti nella piccola Montesquiou posso mettere il timbro nella credenziale, rifornirmi di generi alimentari, fare colazione al mattino. E nel centro sportivo ho a disposizione un ettaro di erba ancora da tagliare, una tettoia per me e la possibilità di caricare i telefoni.
La notte tra il 21 e il 22 giugno le nuvole passano davanti a una magnifica luna piena come predatori silenziosi che si preparano ad assediare il nemico. Ombre furtive che spariscono in fretta e rimane lei a contare le stelle, quelle che non vedo da tanto tempo. E’ una notte che non si può dormire. I pensieri si incrociano, si concatenano, si susseguono, si trasportano dalla mente al cuore. Lourdes e’ allagata…due morti…dopo 75 giorni le sono quasi addosso… Angela starà dormendo in questo momento…chissà cosa starà pensando… Gesù …lo hanno ammazzato…la gente se ne rende conto?…Oana sta pascolando con le orecchie attente. A poco a poco che il cielo notturno diventa più sereno sale la bruma dal campo d’erba, come una forma di stratosfera trasparente, ma compatta. A metterci un piede dentro potrei esserne risucchiato. La luna… quanti ricordi! Si fa a fatica a credere che sia la stessa di Pesaro, Rimini, Urbino, Cagli…
La mattina si entra a Montesquiou con la cavalla bardata. Si fa una super colazione assieme a due pellegrini venuti dalla Svizzera, Dominique e Jean Claude. Il proprietario del bar, persona gentilissima, timbra la Credenziale e dopo alcune foto e aver salutato Antoine del negozio di alimentari, un portoghese, mi metto sulla strada per Tarbes. Evito la Via di Compostela perché non passa per Lourdes e va direttamente a Pau. A Laàs rivedo i Pirenei, stavolta estesi in una lunga catena innevata a grandi chiazze. Sembrano finti, disegnati, qualcosa fuori posto che si innalza da un paesaggio verdissimo. Sento un brivido poiché mi ricordano l’attraversata dell’Appennino. Comunque son là, grigi, inospitali, una barricata formidabile. Compaiono e ricompaiono al salire e scendere nelle vallate arricchite da un timido sole e adombrate dal passaggio continuo di una nuvolaglia sempre più smembrata, che continua a ricomporsi un po’ più in là.
Dopo un faticoso cammino, rimasuglio di una febbre passata, alfine giungo a Villecomtal sur Arros, dove incontro un signore che dapprima mi offre un caffè a casa sua, con l’intera famiglia, poi, da mia richiesta, offre ospitalità a entrambi. Da qui Tarbes centro dista 17 chilometri. Da Tarbes a Lourdes, altri 20. Il centro equestre dove dovrei fermarmi è a circa 14 chilometri dalla casa di Reda Abtouche. E’ mia intenzione fermarmi in centro e raggiungere la mia meta in treno. Inutile portare Oana. Però sono stanco…meglio dormirci sopra.
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