di Redazione
24 giugno 2013
FANO – Tra polemiche, manifestazioni e dubbi, a rispondere con i fatti a chi parla del Santa Croce come un ospedale vicino al tramonto sono i medici perché “ora indossiamo tutti la stessa maglietta”. A parlare è Valerio Beatrici, primario unico dell’Urologia degli Ospedali Riuniti Marche Nord, durante la conferenza stampa indetta per spiegare in cosa consista davvero il processo di integrazione Pesaro-Fano.
Proprio lui, di ritorno da una seduta operatoria a Pesaro, chiarisce che i reparti non stanno chiudendo: “L’integrazione è una nuova organizzazione che ci consente di sfruttare al meglio, oggi più che mai, tutte le risorse. Perché quando si parla di integrazione non significa avere solo un unico primario ma lavorare in equipe e differenziare le attività sui tre stabilimenti dell’azienda”.
E se Valerio Beatrici, primario unico dal luglio 2012, sta lavorando sulla pianificazione delle attività al Santa Croce e al San Salvatore, c’è chi ha già attivato e rodato la nuova organizzazione. Si tratta di Giuseppe Migliori, direttore dell’Otorinolaringoiatria di Marche Nord: “Abbiamo concentrato gli ambulatori a Pesaro lasciando al Santa Croce l’attività chirurgica. E tutta l’equipe ruota sui tre stabilimenti di Marche Nord. Vi posso assicurare che per i pazienti operarsi a Fano o a Pesaro non ha importanza; l’unica cosa che conta è la qualità. Proprio la nuova organizzazione ci ha permesso di implementare le attività, qualificando ulteriormente i nostri servizi anche grazie ad altre integrazioni come quella della Diagnostica per immagini”.
Infatti la struttura, conosciuta come radiologia, dallo scorso settembre ha un primario unico, Paolo Coschiera: “Il servizio si sta integrando su alcune problematiche cliniche e su tutte le metodologie di Risonanza magnetica. Per ora il personale di radiologia di Pesaro sta andando a Fano per colmare alcune carenze, ma a breve ci potrà essere uno scambio a doppio senso tra i due presidi proprio per l’utilizzo della nuova risonanza magnetica, attiva da luglio. Nel processo di integrazione abbiamo uniformato i percorsi, come quelli oncologici e cardiovascolari, ossia quelle patologie con un alto indice di mortalità”.
A fare alcune precisazioni sull’attività chirurgica ci ha pensato Claudio Cicoli, primario dell’Ostetrica e Ginecologia del Santa Croce: “A Fano abbiamo attivato da circa due anni un nuovo modello organizzativo legato alle attività di chirurgia, quello dell’intensità di cura. Un modello che sta dando risultati importanti e che ci ha consentito di aumentare le nostre specialità. Ad esempio gli interventi sul pavimento pelvico che vedono lavorare a braccetto il chirurgo, l’urologo e il ginecologo: da gennaio ad oggi sono oltre 50 le persone operate. Per non parlare degli interventi legati alle patologie neoplastiche”.
A chiudere Aldo Ricci, direttore generale di Marche Nord: “Gli investimenti strutturali e tecnologici fatti al Santa Croce dimostrano il nostro impegno. A breve si chiuderanno alcune partite importanti come il pronto soccorso in autunno. Poi c’è il nuovo blocco operatorio: i lavori, bloccati da un contenzioso, ripartiranno per terminare l’anno prossimo. A luglio riprenderanno i lavori alla camera mortuaria mentre gli interventi al blocco travaglio parto partiranno terminato il nuovo pronto soccorso. Ma voglio essere chiaro: fino ad ora abbiamo attinto dall’ex articolo 20 per finanziare gli ammodernamenti del San Salvatore e Santa Croce, ospedali più che centenari. Ma tra qualche anno, anche gli attuali interventi non saranno più sufficienti. Ci troveremo ad un bivio: fare l’ospedale nuovo o utilizzare quasi la stessa cifra per continuare a mettere mano al vecchio”.
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