Lasciata Lourdes, Pierotti e Oana verso Santiago de Compostela

di 

2 luglio 2013

Da Cagli a Lourdes e adesso verso Santiago de Compostela: quanta strada per il duo cagliese

Da Cagli a Lourdes e adesso verso Santiago de Compostela: quanta strada per il duo cagliese

PESARO – Lasciata Lourdes, prima tappa del viaggio spirituale in compagnia della cavalla Oana, Raffaele Pierotti si è messo in viaggio verso Santiago de Compostela…

27 giugno. Finalmente una giornata di sole quella che mi porterà a Pau. Mi porto dietro molta pace e serenità dopo Lourdes e copro 40 chilometri di percorso con la sensazione di aver volato. Vicino al fiume, turbolento, in piena e torbido trovo una zona ricca d’erba e un torrente. Lascio Oana da sola e mi faccio altri 4 chilometri per andare nel centro di Pau per cercare le ultime carte topografiche e timbrare la Credenziale. Ma le carte non le trovo e l’ufficio del Turismo e dall’altra parte della grande cittadina. Ritorno velocemente da Oana e ceno con le mie cose. Stanco, mi addormento come un macigno, mentre Oana è quasi sommersa dall’erba alta.

La mattina del 28 siamo entrambi di cattivo umore. Infatti il cielo torna ad essere coperto, colorato però con tinte sfumate che fanno pensare a una apocalisse naturale. Oana si calma poco a poco, il cielo prende il solito colore grigio e mi riempie di umidità che attraversa perfino il maglione.

Oloron St. Marie mi rimette in pace. Trovo le carte, visito la sua bella chiesa, timbro la credenziale, assaporo la vita di una bella cittadina, quasi una Rimini francese…senza il mare. Mi fermerò una decina di chilometri più in là, a Moumour, piccolissimo paesino delizioso. Alle 4 del mattino la cavalla si spaventa di qualcosa e si dà alla fuga rompendo il ramo a cui era legata. Balzo su dal sacco a pelo come un fulmine e a furia di correre riesco a riprenderla e a calmarla.

29 giugno. Il territorio è molto bello. Ricci, scoiattoli, caprioli, falchi. Radure tra boschi ricchi di vegetazione, il fiume che scorre sotto il bellissimo ponte romano. Poi un lungo tratto di pianura tra piccoli villaggi ancora addormentati, una mattina serena che invoglia a prendersi il mondo tra le mani e modificarlo a nostro piacimento…

E’ ovvio che il cielo cambia e fino a sera sarà pesantemente nuvoloso, carico di una umidità incredibile, con quelle leggere goccioline che danzano nell’aria. Timbro la credenziale nell’antica e piccola chiesa di  L’Hopital St. Blaise e per pranzo sono nella città di Mauleon. Cerco un centro per fermarmi e lo trovo a Idaux-Mendy, L’Ecourier de Soeul. E’ un piccolo centro ma c’è tutto per praticare una equitazione da competizione. Infatti possiede degli ottimi cavalli da concorsi come ho visto solo da Bernard Pavie, sono montati da amazzoni che sanno il fatto loro. Anche l’istruttore, benché giovanissima, conosce il suo mestiere. Romane è deliziosa e gentilissima e in breve siamo accettati.

Nel giro di un ora il maneggio si svuota e rimaniamo solo io e la cavalla. Non c’è bisogno di andar sui monti per star soli nella campagna francese. Non potrei vivere qui. La mattina del 30 giugno il centro è avvolto da nuvole basse e da una leggera pioggia. Dal maneggio deserto si parte con l’impermeabile e si attraversa un territorio che non si riesce a vedere bene. Negli ultimi due giorni è cambiato il dialetto della gente e i nomi delle località. Si parla francese, basco e spagnolo, i nomi dei luoghi hanno perduto la mielosità francese adottando una specie di grafia messicana. Lungo il percorso faccio colazione assieme a Manolo, un pellegrino spagnolo che da Lourdes conta di andare a Santiago. Dimostra cinquant’anni, nella voce ha una melodia gradevole, un’accento spagnolo che invita al dialogo e alla cordialità. Il volto pulito e con rughe morbide potrebbe essere quello di un sacerdote. Deve essere un uomo molto profondo…

Dopo 38 chilometri arrivo finalmente a St. Jean Pied de Port. Si timbra la credenziale dopo una bella fila. Infatti ecco il punto di partenza per Compostela, ecco la confluenza di tutti i pellegrini. Si entra nel vivo di questa storia che mi pare sempre più incredibile, irreale, una presa in giro, un guadagno considerevole per qualcuno, una spesa per altri, una festa modaiola. Dov’è la Fede? In Manolo che lo incontro nuovamente in quell’ufficio pieno di simboli dove vedo conchiglie e simboli ma non Gesù, la percepisco, la sento. Negli altri no. Ma io non posso e non devo giudicare nessuno. Racconto una sensazione che non deve condizionare. Trovo erba e una tettoia nello Stade de Foot, un’area sportiva di St. Jean, solitaria, vuota, carina.

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>