di Redazione
5 luglio 2013
SALTARA – I carabinieri di Saltara eseguono due denunce. Individuate le due complici dello spacciatore di banconote false da 100 euro già arrestato nel mese di giugno con le accuse di “spendita e introduzione nello Stato di monete falsificate”.
I carabinieri della stazione carabinieri di Saltara, nel corso dei servizi di controllo del territorio disposti dai militari della compagnia di Fano, nello scorso mese di giugno avevano arrestato un 24enne nullafacente originario della Sicilia, in quanto trovato in possesso di cinque banconote da 100 euro risultate falsificate ed aventi tutte lo stesso numero di matricola. L’allarme ai carabinieri era stato dato da alcuni commercianti del luogo, cioè dai gestori di un supermercato e di un’edicola, che nei giorni precedenti avevano ricevuto in pagamento, da giovani donne, due banconote da 100 euro, risultate poi falsificate, ed avevano quindi denunciato i fatti ai militari. Questi ultimi avevano successivamente provveduto a visionare i filmati del supermercato al fine di acquisire elementi utili alle indagini e cercare di pervenire all’individuazione delle persone responsabili della spendita delle banconote falsificate. Ed è così che, alcuni giorni dopo, durante un normale controllo, i carabinieri di Saltara fermavano un’autovettura di piccola cilindrata con a bordo una giovane coppia, la cui donna pareva assomigliare vagamente a colei che, nei giorni precedenti, si era resa responsabile della spendita delle false banconote. I carabinieri così procedevano alla verifica degli occupanti del veicolo rinvenendo, nella disponibilità del 24enne conducente del veicolo, cinque banconote falsificate, tutte con lo stesso numero di matricola, che venivano quindi sottoposte a sequestro. Per il giovane, quindi, scattavano le manette con le accuse di “spendita di monete falsificate in concorso con altri”.
Le ulteriori indagini compiute dai militari hanno così permesso di individuare le complici dell’arrestato. Si tratta di due giovani donne di 23 e 32 anni, originarie rispettivamente della provincia di Ancona e di Messina, residenti nella provincia di Pesaro e Urbino, che sono state segnalate all’autorità giudiziaria con le accuse di “concorso nella spendita di monete falsificate”.
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