di Redazione
12 luglio 2013
PESARO – Avevamo lasciato Raffaele Pierotti e la sua cavalla Oana sul Monte del Perdono, ospiti di un albergo gestito da un italiano. I collegamenti telefonici sono migliorati e il cavaliere cagliese può aggiornarci sul suo “Camino” verso Santiago de Compostela
José, l’italiano proprietario dell’albergo si mette in contatto telefonico con il municipio di Los Arcos, il paese che intendo raggiungere. Non so con quali parole gli rispondono, ma sono sufficienti per far sbottare José. Mi dice che son delle teste di… e di provare intorno alla biblioteca, dove ci son dei prati. Riparto da solo, senza Thomas, che deve essere partito molto prima di me. E’ una bella giornata serena, Oana allunga il passo sazia, io ho tutto il mondo per le mani e ogni persona che incontro mi augura il “buen camino”. Non c’è più la lunga fila del giorno prima: una certa forma di selezione è in atto. Mi unisco a tre tipi, un giapponese e due spagnoli, e un dialogo serrato ci accompagna per molte ore. Elias è di Zamora: alto, robusto, insegnante di musica, un tipo sveglio. L’altro, José, é taciturno. Perdiamo il giapponese. A Estella, i due spagnoli si fermano in un alimentari e mi offrono un sostanzioso spuntino.
La marcia comincia a rallentare e mi scoccia interrompere – da maleducato – il sodalizio. Ma ho esigenze diverse. Pian piano, con una scusa, rimango indietro. Spunta un’anziana con due di quei bastoni da passeggio che tanto vanno di moda; mi chiede la strada per il Camino. Quando riparto la trovo nei pressi di una chiesa. Mi spiega in uno spagnolo stretto che il gruppo vacanza Tenerife l’ha perduta. Chiede di poter salire su Oana e di portarla dal suo gruppo, visto che sono di strada. L’aiuto a salire in sella e comincio ad andare pensando a uno scherzo. Dopo 10 minuti sente dolore alle anche e vorrebbe scendere. Arriva Elias che mi aiuta a metterla a terra e a capire la situazione. Maria Jesus, di 69 anni, minuta, sveglia, buffa, dal volto rugoso, ha sbagliato strada e nessuno se ne è accorto.
Pian piano, con tanti momenti da commedia, riusciamo a raggiungere i suoi compaesani. Tra foto e allegria generale riusciamo a continuare il cammino. José é stanco e mi mostra nello zaino la bombola dell’ossigeno di cui ha bisogno per dormire. E’ una bombola pesante. Ci saluta a Villamajor. Rimango solo con Elias che mi chiede sfacciatamente se Oana può portare il suo zaino. Che volete? Dir di no? Un po’ incavolato, continuiamo in un bellissimo paesaggio risplendente al sole. Lasciamo che una vipera attraversi la nostra strada. Più tardi ne osserviamo un’altra in un torrente mentre cerca il suo sostentamento… e arriviamo a Los Arcos, sporca e squallida.
Ci mandano via dal prato, mal sopportando la cavalla. Il mio nervoso è quasi incontenibile. Faccio riprendere lo zaino pesante a Elias, scuoto la polvere dei miei scarponi sul marciapiedi e allungo il passo, lasciando dietro Elias. Un chilometro dopo un trattore agricolo enorme non si ferma allo stop e spaventa Oana. Quello fugge e io prendo il mio pugnale, ma chi lo raggiunge? Elias cerca di calmarmi e in qualche modo raggiungiamo Salsol dove non troviamo nulla per Oana. Torres del Rio è 800 metri dopo e tra i due paeselli trovo una greppata d’erba e acqua. Saluto Elias per sistemare la cavalla per poi rivederci a cena in un locale per pellegrini abbastanza carino. A stonare è la strafottenza del proprietario, abituato ormai da tempo a incassare cifre enormi e a perdere quel po’ di gentilezza. Però i suoi piatti son gustosi e la cameriera acida ha un bell’aspetto…
Il 5 luglio è una bella giornata con quel rossore lontano che annuncia un luminoso sole. Il mio percorso si incrocia con i pellegrini in viaggio e in seguito incontro Elias che mi accompagna fino al centro della città di Logroño. Lo saluto davanti al convento dove avrà alloggio, mentre io andrò alla ricerca del Centre Ecuestre Eldorado. Prima di partire, attraverso il riferimento per la Spagna, signor Matteo Beligni, si erano presi accordi per utilizzare il centro per avere assistenza. E’ necessario che mi vengano sostituiti i ferri posteriori e portare il sacco a pelo in lavanderia. Gabriel è il ragazzo che mi mette in contatto con il maniscalco, Alberto Lazaro, proprietario e istruttore del centro. Mentre Gabriel mi porta il sacco in lavanderia Lazaro rimette a nuovo Oana. Il tungsteno, che non è servito molto, è scomparso, grattato via da giorni di viaggio. Lazaro applica le puntine al vidiam, una in più nelle barre esterne dove Oana consuma di più.
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