di Redazione
12 luglio 2013
PESARO – Operazione “Fantomas” dei carabinieri. Il continuo monitoraggio dei furti di beni d’arte e d’antiquariato consumati nella regione Marche, messo in atto dal Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Ancona, ha evidenziato -nel periodo a cavallo tra fine 2011 e inizio 2012 – una serie di episodi delittuosi commessi ai danni di abitazioni private dell’entroterra della province di Ancona e Pesaro e Urbino. Per fronteggiare tale fenomeno, il Nucleo CC TPC di Ancona iniziava una preliminare attività d’indagine consistita in sopralluoghi sui posti interessati dagli eventi con la contestuale acquisizione di tutti gli indizi – anche i più banali – che, esaminati nella loro totalità, permettevano di ricondurre gli episodi delittuosi ad un’unica regia.
Particolarmente determinante alla comprensione dello scenario criminale da analizzare risultava l’acume investigativo del comandante della stazione carabinieri di Piobbico il quale, evidenziando una grande attenzione ad ogni possibile minaccia alla legalità sul territorio di propria competenza, notava – comunicandoli al Nucleo CC TPC di Ancona – dei soggetti di origine napoletana aggirarsi immotivatamente (seppur non commettendo, nella circostanza, nessuna azione criminale), a bordo della propria autovettura, nel territorio del piccolo comune di Piobbico. Gli approfonditi accertamenti di polizia, condotti su tali soggetti, permettevano di comprendere come gli stessi potessero essere legati, in qualche modo, agli eventi delittuosi registrati nelle precedenti settimane.
L’attività info-investigativa, infatti, permetteva al Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Ancona, in collaborazione con le stazioni carabinieri di Sant’Angelo in Vado, Piobbico ed Arcevia (Ancona), competenti sui Comuni in cui erano stati consumati i furti, di intraprendere un’attività di indagine tecnica, diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Urbino.
L’indagine tecnica – avviata nel mese di ottobre 2012 – ha permesso di raccogliere solidi elementi di prova a carico degli indagati ai quali sono stati attribuiti, con incontestabili potenzialità probatorie (derivanti da tabulati telefonici, servizi di osservazione, pedinamenti e intercettazioni telefoniche), 5 furti e 2 tentati furti, consumati anche fuori dalla regione Marche, di seguito indicati:
• Sant’Angelo in Vado, nella notte tra il 10 e l’11 ottobre 2011, in cui venivano asportati vari mobili d’antiquariato e alcune porte antiche, per un valore stimato di euro 25.000;
• Piobbico, nelle prime ore del 13 marzo 2012, in cui venivano asportati numerosi mobili ed oggetti d’antiquariato, per un valore stimato in euro 100.000;
• Arcevia (Ancona), nelle prime ore del 22 maggio 2012, in cui venivano asportati svariati mobili earredi d’antiquariato, per un valore stimato in euro 100.000;
• Arcevia, nelle prime ore del 23 maggio 2012, in cui veniva asportata varia argenteria della fine dell’800, per un valore stimato in euro 5.000;
• Santa Sofia (Forlì Cesena),tra il 5 ed 15 ottobre 2012, in cui venivano asportati alcuni mobili d’antiquariato, per un valore stimato in euro 5.000;
• Saludecio (Rimini), nelle prime ore del 31 ottobre 2012, tentavano di perpetrare ben due furti in due distinti appartamenti del centro storico.
Le stesse indagini hanno permesso, anche, di identificare quello che è considerato il “ricettatore” della refurtiva, residente ed operante in un centro della provincia di Napoli. A tal proposito sono in corso ulteriori accertamenti per individuare e recuperarei beni asportati, immessi sulmercato illecito.Infatti, presso l’abitazione di uno degli indagati, sono stati recuperati gli oggetti d’argenteria trafugati nel corso del furto commesso indata 23 maggio 2012 ad Arcevia.
La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Urbino, dopo aver valutato glielementi messi in luce dall’articolata attività d’indagine, richiedeva ed ottenevala misura cautelare in carcere per gli autori dei furti per S.C. (53 anni), D.F. (46) e G.C. (23), tutte e tre della provincia di Napoli.
Altro soggetto, sempre residente nell’hinterland napoletano, veniva indagato in stato di libertà per il delitto di ricettazione dei mobili ed arredi d’antiquariato di provenienza furtiva.
Nella scorsa notte, il nucleo carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Ancona – comandato dal capitano Salvatore Strocchia – su delega del sostituto procuratore della Repubblica Irene Lilliu, titolare del procedimento penale, ha eseguito le ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Urbino nei confronti dei tre.
All’operazione è stato assegnato il nome “Fantomas” traendo spunto da quanto affermato telefonicamente da uno degli arrestati che si vantava col suo interlocutore dicendo “che nessuno lo avrebbe mai arrestato in quanto lui è come Fantomas”.
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