di Redazione
17 luglio 2013
PESARO – Luoghi magici nella memoria di chi ha fatto il “Camino”. Oggi, Raffaele ce ne descrive un altro…
A Molinaseca trovo la zona sportiva con tanto di box per cavalli, nuovi, allineati e chiusi con lucchetto mentre il cielo si fa sempre più nero. Ma c’è erba fresca e acqua. Io finisco al riparo di una stanza dei spogliatoi rimasta aperta perché fuori uso e Oana in mezzo all’erba un attimo prima della pioggia. La tempesta é violenta, ma se Oana non se ne cura, io divento nero come le nubi che passano sopra di noi.
Siamo arrivati al 14 luglio. Più di 3.000 chilometri fatti, a una settimana di cavallo da Santiago de Compostela. Questa seconda tappa è meno importante per me. Mi interessano di più Fatima, il Portogallo.
Nella camerata nessuno ha russato questa notte. Non ho mai dormito negli ostelli preferendo solo la doccia e restare con Oana. Ora però è al sicuro in un recinto in pietra e posso condividere con i pellegrini anche il momento del riposo. Con il massimo silenzio, ordine e rispetto si vive tutti a stretto contatto. C’è una forma di cameratismo in piena sintonia e nessuno disturba nessuno. Alle 6 è ancora buio e Oana mi nitrisce quando mi vede. Le nuvole si stanno allontanando e sento la meta lontanissima.
Quando guardo Oana mi vien voglia di andare a piedi. Negli ultimi giorni orina spesso. Può essere il calore oppure la stanchezza o qualche erba tossica. E’ dimagrita di poco e non presenta affaticamento nell’andatura mentre le mucose appaiono di un colore nella norma. Le aggiusto la sella e mi attardo a fare colazione. Si sale di quota quest’oggi in un paesaggio di montagna veramente bello. E’ fresco, il cielo è in parte coperto da nuvole bianche e in parte sereno; il percorso molto rilassante.
Mi aspetta la Cruz de Hierro (la Croce di Ferro), famosa nel Camino di Santiago, piena di amuleti o ricordi di viaggio, foto, scritte, parole, padelline, disegni. Faccio le foto a Oana, l’unica vera protagonista. Nessuno in giro per farla a entrambi. C’è una vera solitudine quassù. E la discesa dal monte é snervante, lunga e noiosa. Ad ogni tappa che faccio la cavalla orina un poco e allora chiamo il veterinario di riferimento per il viaggio, il dottor Stefano Muccini. La sua opinione è che sia colite, derivata forse dal lungo camminare. Lavaggi con acqua e betadine dovrebbero curarla in un paio di giorni.
Forza amico mio. Un abbraccio dal Salento da Rosario