20 luglio 2013
PESARO – Una volta di più gli assenti hanno avuto torto. Una volta di più scriviamo un’ovvietà, perché tanto a Pesaro manca un pubblico di veri appassionati. Poi magari accade, è accaduto in passato, che qualcuno alzi la mano, punti il dito e accusi il Rof di non capire la città. Già, perché la città cosa fa per capire il Rof?
Le istituzioni sono impagabili, continuando a sostenere – pure in un periodo di grave crisi – l’unico evento che porta Pesaro nel mondo, l’appuntamento che dà boccate d’ossigeno al turismo portando presenze di qualità che fanno bene anche al settore ristorazione. E anche l’iniziativa con le scuole è un bluff, se è vero che venerdì sera non ci è sembrato di cogliere una sola presenza giovanile, escluse quelle legate al mondo del Festival e dell’Accademia.
Venerdì sera l’edizione numero 25 dell’Accademia Rossiniana ha concluso i lavori con il tradizionale concerto, a cui hanno assistito – crediamo – un centinaio di spettatori. Pochissimi pesaresi. Eppure erano in programma quasi tre ore di musica piacevole, con gli allievi chiamati a eseguire brani fra i più famosi composti da Rossini. E il prezzo del biglietto era di 10 euro!
Peccato, perché anche quest’anno Alberto Zedda ha portato a Pesaro prospetti interessanti per il futuro del belcanto; in qualche caso addirittura certezze. Tra l’altro, bella l’autopresentazione dei singoli cantanti, accompagnati come sempre al pianoforte da Anna Bigliardi, come pure i movimenti che hanno contraddistinto i singoli brani. E piacevole il brindisi ai 25 anni, narrati dalle voci degli interpreti, durante l’esecuzione di “Una voce poco fa”, cavatina di Rosina da Il barbiere di Siviglia, eseguita dall’israeliana Na’Ama Goldman.
Detto che ci hanno intrigato in maniera particolare la catalana Sara Blanch Freixes, la giapponese Mai Kusuno, il greco Vassilis Kavalas, l’italiana Sandra Ferro, che appare assai adatta anche (o in maniera particolare) a Mozart, Natalya Boeva, il momento più interessante ci è sembrato l’esordio di Dempsey C’ Rivera, che poi ha pagato dazio a una grandissima emozione. In attesa di riascoltarle nelle due rappresentazioni de Il viaggio a Reims, lasciamo che sia il maestro Zedda a raccontarci le sue sensazioni.
“Mi sembra l’edizione più equilibrata di tutte. Abbiamo un numero impressionante di giovani pronti a interpretare ruoli importanti in teatri importanti. Avremo l’imbarazzo della scelta, perché purtroppo non ci sono venti ruoli di primissimo ordine ne Il viaggio a Reims. Qualcuno dovrà essere sacrificato. Mi costerà molto fare questa scelta, perché vorrei che tutti potessero cantare perché mi sembrano all’altezza di un debutto di notevolissima qualità…”.
Siamo rimasti colpiti in particolare da almeno tre voci femminili…
“Ma quest’anno abbiamo tante voci maschili, compresi quattro tenori. Qualcuno anche molto giovane, e quindi da vedere non nell’oggi, ma in prospettiva di domani. Per questo, io devo avere occhi e orecchie lunghe. Magari sono contento di chi oggi non ha soddisfatto il pubblico, convinto che in un paio d’anni gli spettatori cambieranno idea. Io no…”.
Ecco, non abbiamo colto entusiasmo per l’interpretazione del giovane Rivera, che però ci è sembrato assai emozionato. Forse anche per la presenza in sala del numero uno al mondo, Juan Diego Florez, peruviano come lui.
“E’ molto giovane, al suo debutto vero. Ed è seguito proprio da Florez. E non per caso, perché ha una voce simile alla sua. Certamente non ha maturità e tecnica, ma è un ragazzo appena spuntato. Credo che Juan Diego abbia mostrato grandissimo fiuto nell’appoggiarlo e nel proporcelo. Rivera diventerà un personaggio!”.
Il Rof, grazie all’Accademia Rossiniana, ha cambiato la storia del belcanto, passando dallo star system alle voci nuove, altrettanto importanti.
“Abbiamo dimostrato che lo star system sta nella testa di chi canta. Se un cantante è bravo e apprezzato e comprende la logica rossiniana può benissimo diventare una star. Quando Mariotti (il sovrintendente; ndr) ha detto che l’ambizione del Rof non è fare lo star system, ma costruire il nostro edificio, lui se lo è augurato, ma noi cerchiamo di farlo davvero”.
Soprani interessanti…
“Belle voci, con tecnica, spirito, che sanno cantare Rossini nello stile. Cosa volere di più? Ripeto: vorrei avere più ruoli per accontentare tutti”.
S’annuncia l’ennesimo grande “Viaggio a Reims”.
“Direi di sì. E per qualcuno sarà un viaggio verso una carriera molto importante”.
Grazie a lei.
“Grazie a Rossini e grazie al Rof che ha creato un’atmosfera in cui le lezioni e gli insegnamenti valgono il quadruplo rispetto a qualunque altro posto. L’esempio offerto dai professionisti che cantano intorno a loro, vale – per gli allievi ò più di una lezione”.
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