Camilla Fabbri (PD): “Intervenire per fare chiarezza sulla situazione di Banca Marche”. Intanto il cda definisce le linee del piano industriale

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25 luglio 2013

PESARO – “Intervenire per fare chiarezza sulla situazione di Banca Marche”. Lo hanno sollecitato nella giornata di ieri i senatori del Pd Camilla Fabbri, Mario Morgoni, Silvana Amati, Francesco Verducci e Riccardo Nencini (Psi), con una lettera consegnata al presidente del Senato Pietro Grasso con la quale hanno chiesto che venga discussa in tempi brevissimi la mozione da loro presentata lo scorso 19 giugno sulla delicata vicenda dell’istituto di credito marchigiano, specie dopo le recenti inchieste apparse sui giornali nazionali e locali.

“A un mese dalla presentazione del nostro atto – hanno spiegato i firmatari – nonostante i recenti incontri avvenuti con imprenditori marchigiani e l’interessamento del presidente della Regione Gian Mario Spacca, l’opera di risanamento della Banca della Marche appare sempre più problematica e il cui esito è ancora incerto. Tutto questo ad un passo dalla scadenza del 31 luglio, data entro la quale andrà collocato un prestito obbligazionario di almeno 80 milioni di euro finora coperto in modo assolutamente marginale. Aumentano i rischi che l’ istituto perda il suo radicamento nel territorio e vi è una crescente preoccupazione tra i dipendenti dell’istituto, oltre tremila, per la propria sorte occupazionale. Pur comprendendo le difficoltà e la ridotta tempistica a disposizione, siamo comunque a sollecitare la discussione della stessa mozione per dare un segnale di attenzione al territorio marchigiano in particolar modo gravato dalla crisi con una fortissima contrazione della sua capacità produttiva che subirebbe inevitabili ripercussioni negative nel caso Banca Marche confluisse in un grande gruppo che necessariamente dovrebbe ridimensionare gli affidamenti concessi agli operatori del territorio al fine di limitare la concentrazione del rischio. Ribadiamo con forza che il governo s’impegni nell’individuare strumenti finanziari che favoriscano la capitalizzazione dell’istituto”.

DETERMINAZIONI DEL CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE DEL 25 LUGLIO 2013

JESI – Il consiglio di amministrazione di Banca Marche, riunitosi oggi, ha definito le linee principali del piano industriale di gruppo 2013-2016, riservandosi di assumere le conseguenti definitive determinazioni a riguardo, sulle base delle risultanze gestionali al 30 giugno 2013, in occasione della prossima riunione consiliare, prevista per il primo agosto 2013.

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Banca Marche è stata costituita tra il 1994 e il 1995 per effetto della fusione fra le Casse di Risparmio di Macerata, Pesaro e Jesi. La compagine societaria vede la partecipazione di alcuni soci rilevanti: le Fondazioni Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata, Cassa di Risparmio di Pesaro e Cassa di Risparmio di Jesi (le quali complessivamente detengono il 55,8%), il gruppo Intesa Sanpaolo (5,8%) e la Fondazione Carifano (3,3%). Un’importante quota di capitale (circa il 32%) è distribuita tra circa 40.000 piccoli azionisti, in gran parte clienti della banca. La rete commerciale è costituita da 312 sportelli diffusi nelle Marche, Umbria, Emilia Romagna, Lazio, Abruzzo e Molise. Banca Marche è fra le prime 20 banche nazionali.

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