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25 luglio 2013
Sandro Candelora
FANO – Molto più di un elettrizzante giallo diretto da un maestro del genere, diciamo Hitchcock, il massimo. Poco meno di un esilarante romanzo picaresco e la memoria non può non andare al Don Chisciotte di Cervantes. Il tutto, con un notevole effetto terapeutico atto a combattere l’inevitabile ‘down’ conseguente alla retrocessione. L’estate granata, dalla fine dello sciagurato campionato scorso fino a qualche giorno fa, si è snodata come un giro su un ottovolante concepito da uno scienziato pazzo: tutto discese, risalite e improvvisi cambiamenti di direzione, al limite dello stordimento totale. Di certo, non ci si è annoiati. A vincere il tedio ci ha pensato il buon Gabellini che, rafforzando la sua ormai solida fama di uomo capace di tutto ed anche di più, ha offerto il club a mezza Italia, ha litigato con le istituzioni, si è riappacificato con taluni ma non con altri, ha diramato ultimatum e diktat a iosa, è giunto da ultimo a prendere una prima decisione.
Per poi preferirne una seconda. E sceglierne alfine una terza. Che si è materializzata nell’ingresso in società di Stefano Cordella, cui va riconosciuto il merito di essere l’unico ad emergere dalla morta gora del mondo imprenditoriale fanese a dare una mano alla massima realtà sportiva locale. Domanda facile facile: ma non ci si poteva pensare prima, senza attendere due mesi per individuare una soluzione (la più semplice e lineare) che era già a portata di mano? Si sarebbe così evitato di dover fare la corsa contro il tempo per recuperare il terreno perduto. Tant’è. Le tappe forzate si sono così concretizzate, similmente a quanto accaduto nei ranghi societari, in una massiccia, frenetica iniziazione di fanesità anche nell’ambito tecnico. Il mite (ma non sprovveduto) Omiccioli, rispondendo alla chiamata alle armi, torna in panchina con parecchia esperienza in più rispetto alla vicenda interlocutoria di qualche anno addietro. Ai suoi ordini, accomunati anch’essi dalla medesima terra natia, uno stuolo di ragazzi di belle speranze e diversi pirati di lungo corso della categoria, a cominciare dal prode Stefanelli. Con un organico la cui consistenza non è ancora ben soppesabile è comunque difficile dire dove si possa arrivare in un torneo che si annuncia peraltro popolato da squadre ambiziose. E che offrirà sentitissime sfide di campanile (dal Derby per antonomasia in giù) praticamente una domenica sì e l’altra pure. In tal senso, sentirsi scorrere nelle vene l’autentico sangue granata non potrà che aiutare. Se non a vincere, quantomeno a non perdere dignità e orgoglio.
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