di Redazione
26 luglio 2013
FOSSOMBRONE – Domenica 28 luglio alle ore 21.30 il Fossombrone Teatro Festival chiuderà i battenti della 12esima edizione con ‘Claire de lune. Emozioni di un viaggio tra finito ed infinito’, spettacolo ideato, progettato e curato da Gabriella Orlando e con la voce recitante di Cesare Bocci.
SCHEDA SPETTACOLO
‘Claire de lune. Emozioni di un viaggio tra finito ed infinito’
Voce recitante: Cesare Bocci
Violino: Alessandro Perpich
Soprano: Yolanta Stanelyte
Pianoforte: Gabriella Orlando
Progetto artistico, adattamenti: Gabriella Orlando
La “luna” compagna del sole, principio femminile per eccellenza sempre tramandata, idealizzata nei miti, nei racconti, nella poesia e nell’arte. Essa rappresenta da sempre le emozioni, i sogni, la ciclicità, il mistero, il romanticismo, la solitudine, la variabilità, la memoria. La luna intesa come “Madre”, principio sensibile di vita che provvede e protegge. Lo spettacolo, ideato, progettato e curato da Gabriella Orlando, nasce per rievocare la missione dell’Apollo 11 nell’anno dei festeggiamenti mondiali, ma è soprattutto un gesto culturale e spirituale che offre al colto spettatore una celebrazione della immagine lunare. Un percorso virtuale ed intellettuale che, partendo dagli antichi echi poetici della lirica greca, ci conduce alle appassionate finezze del novecento. Evocazioni, assonanze, armonie, colori, emozioni, suggestioni musicali sottolineano i versi scelti. Ed il ventaglio delle forme lunari ci accompagnerà in questo viaggio tra finito ed infinito.
Biografia di CESARE BOCCI
Cesare Adolfo Bocci (Camerino, 13 settembre 1957) è un attore di cinema, televisione e teatro. Fa parte della ItalianAttori. Inizia la carriera d’attore a 23 anni frequentando la scuola di recitazione del suo paese, Camporotondo di Fiastrone, appassionandosi al mondo del teatro con la Compagnia della Rancia di Tolentino, di cui è socio fondatore. Trasferitosi a Roma, continua a fare teatro e inizia a lavorare in televisione e al cinema. Il suo debutto nel cinema avviene con L’aria serena dell’ovest del 1990, per la regia di Silvio Soldini. Nel 2001 è coprotagonista in “Princesa”, nel ruolo di un cliente di transessuali che si innamora di uno di loro. Recita in teatro, tra l’altro, in “Arlecchino innamorato”, “La Famiglia dell’antiquario”, “La stanza del delitto”. Ha un enorme successo nei panni di Mimì Augello ne “Il commissario Montalbano”, ruolo che gli apre le porte delle televisione dopo “Zanzibar”. Interpreta il ruolo del medico Antonio Ceppi in “Elisa di Rivombrosa” e “Elisa di Rivombrosa – parte seconda”. Tra il 2006 ed il 2007 interpreta il ruolo di Oscar nella versione italiana di “Sweet Charity”, al fianco di Lorella Cuccarini. Nel 2007 recita accanto a Stefania e Amanda Sandrelli nella miniserie tv in sei puntate per Canale 5 “Io e Mamma”. Dal 29 agosto 2008 è il primario Sergio Danieli in “Terapia d’urgenza”. Nel 2008 è a Camerino (sua terra d’origine) per presenziare alla rievocazione storica della “Corsa alla spada e palio” nei panni del duca Da Varano. Nel 2010 è nel cast dello spettacolo teatrale “Testimoni”, con la regia di Angelo Longoni. Nel 2011 e 2012 è di nuovo in scena protagonista, insieme a Massimo Ghini, di “La Cage Aux Folles”, adattamento di Massimo Romeo Piparo del celebre musical di Jerry Herman e Harvey Fierstein. Sempre nel 2012 è di nuovo in televisione su Rai Uno accanto a Veronica Pivetti nella fortunata fiction “Provaci ancora prof” giunta alla sua quarta serie, vestendo i panni di Marco, cinquantenne esportatore di vini pregiati. È tra i coprotagonisti della fiction basata sul romanzo di Lev Tolstoj “Anna Karenina” targata Lux Vide per Rai Fiction, le cui riprese sono iniziate a novembre 2012. Il 2 marzo 2013 debutta come conduttore televisivo nel nuovo programma di Rai 3 “Il giallo e il nero”. Nello stesso periodo interpreta Raimondo Lanza di Trabia nella miniserie RaiVolare “La grande storia di Domenico Modugno” e torna al cinema con “Benvenuto Presidente!”.
Intervista a CESARE BOCCI
Quando ci fu la missione dell’Apollo 11 lei aveva 12 anni: che ricordi ha? Cosa ha rappresentato per lei quell’evento ‘molto televisivo’?
“Ero piccolo ma me la ricordo perfettamente. Mi ricordo ancora il commentatore con degli enormi occhiali neri, Tito Stagno. Fu la prima diretta fiume della storia, l’altra se non sbaglio fu quella relativa alla tragedia di Alfredino a Vermicino, anch’essa lunghissima. Lo sbarco sulla luna lo vissi come se stessi guardando qualcosa di fantascienza, mentre i miei genitori come una grande conquista dell’umanità. Io ero nel pieno del mito dei marziani. Un’emozione infantile, ne parlammo a lungo e giocammo a fare gli astronauti per tanto tempo”.
Cesare Bocci e le Marche: com’era e come sta cambiando la sua regione?
“Vivo a Roma da ormai 25 anni, ma torno spesso perché tutta la mia famiglia vive ancora a Camerino. Le Marche sono la mia terra d’origine, quella che mi ha dato tutto, sia fisicamente che professionalmente. Sono legatissimo e sono spesso lì. E’ una terra che è cambiata: pensiamo solo all’immigrazione. Una delle regioni, insieme al Veneto, dove l’integrazione è stata maggiore, direi quasi totale. Delle volte quando torno durante la settimana, con il paese deserto perché tutti sono a lavorare, incontro l’anziano indiano con il turbante che porta a spasso la nipote in carrozzina, rimango piacevolmente impressionato: è una sensazione strana, perché non ho vissuto questo cambiamento, ma si tratta di una bella crescita anche di popolazione, integrati e inseriti. Va benissimo così!”.
Lei ha fondato, con Saverio Marconi, la Compagnia della Rancia, uno dei simboli più nitidi del teatro marchigiano a livello internazionale. Come nacque l’idea?
“Siamo stati in sei a fondarla: io, Saverio, Michele Renzullo, Bruno Borraccini, Massimo Zenobi e Gabriella Eleonori. Nasce da un’idea di Saverio e Michele, Saverio aveva dato il patrocinio all’apertura di questa scuola di recitazione per attori non professionisti a Tolentino due anni prima. Io entrai un anno dopo. Quell’anno lì avevano voglia di fondare una piccola compagnia di teatro per ragazzi, e mi coinvolsero. Facemmo il primo spettacolo, una piccola opera chiamata ‘L’Arlecchino innamorato’, una sorta di piccolo musical. Nacque tutto da un risparmio che aveva fatto Saverio, di un milione e quattrocentomila lire dell’epoca se non sbaglio. Pochi, ma importanti per partire. Si facevano lavori stagionali per portare avanti la recitazione, io d’estate facevo il fabbro e il falegname per capirci. Quindi io mi presi il settore tecnico della compagnia, Gabriella la sezione costumi, Bruno la ragioneria, Saverio la regia, Massimo la comunicazione. Così nacque la compagnia”.
‘Sweet charity’ è stato Premio Gassman nel 2005 e ‘La cage aux folles’ (Il vizietto) è stato nel 2012 Premio Internazionale Flaiano, in entrambe le occasioni come Migliore Musical: che esperienza è stata il musical?
“Con ‘Sweet charity’ erano 17 anni che io non lavoravo più con la compagnia della Rancia. Me ne andai nel 1988, quando la compagnia divenne una società per azioni. Decisero di fare questo passo, e a noi giovani ci lasciavano delle briciole: questa cosa non l’ho accettata e me ne sono andato. La compagnia poi si è specializzata nei musical, credo sia stata la prima in Italia nel genere. Io lo vivo molto bene, mi piace. I musical, se gli attori sono bravi e la storia è bella, sono fantastici. Vidi a Londra la trasposizione in musical del film ‘Billy Elliot’, uno spettacolo favoloso. Certo, il musical è tipico dei paesi anglosassoni, là sanno ballare, cantare e recitare, bene. Da noi solo negli ultimi 10 anni hanno aperto scuole di recitazione per musical. Spero solo che siano professionali e all’altezza del compito a cui si prestano”.
Cinema, teatro, televisione: ha deciso di non scegliere?
“A me piace fare tutto, ovviamente belle cose. Non sempre succede di poter scegliere quello che più ti piace, che sia cinema, televisione, teatro questo poco importa. A volte devi scegliere perché ‘qualcosa bisogna pur mangiare’! (ride, ndr). A me va bene, perché fa parte del gioco, bisogna accettare anche le cose non proprio straordinarie. Io ho avuto la fortuna di aver fatto delle belle cose in ogni ambito, va bene così ecco, spero di continuare”.
Come sarà la sua estate? Programmi autunno-inverno?
“Adesso sto girando ‘La grande famiglia’ che è una serie televisiva alla sua seconda stagione. Poi la prima settimana di luglio giro il teaser per un film straniero che uscirà più avanti. A settembre inizio un’altra miniserie, due puntate, per la Rai e poi teatro. Sarò in giro con “Viva Verdi”, uno spettacolo di cui curo anche la regia, sulla trilogia popolare di Verdi, ovvero ‘Traviata’, ‘Rigoletto’ e ‘Trovatore’. Narro le tre opere con l’aiuto di tre cantanti che intervengono con le arie più famose nel momento della storia più toccante, e una pianista. Una bella trasposizione scenica, sono delle belle storie, che io racconto in una maniera semplice e fruibile da tutti. Mi sta dando delle belle soddisfazioni. A gennaio infine farò uno spettacolo a Roma con la regia di Angelo Longoni che si chiamerà ‘L’ospite’”.
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